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...Matelicese di Enea Francia

...Matelicese di Enea Francia

Io credo che siano i momenti di crisi proprio come questi che servono per responsabilizzare i cittadini.

Credo soprattutto che ora e non domani, le amministrazioni pubbliche dovrebbero stimolare le potenzialità degli oramai ex-operai, facendo capire loro, da un lato che la sicurezza del posto fisso non c’è più e che se non si rimboccano le maniche sviluppando le loro potenzialità (sono pure fiducioso sul fatto che la maggioranza non vive solo per fasse la golf o la bravo GT co li cerchi in lega) non se ne uscirà proprio più da questa crisi.
Oggi più che mai dovrebbero essere sviluppati ed incentivati bene, e non a ca…o come si è fatto finora, lavori di alta manualità artistica, e perchè no anche letteraria, e poi chi ha voglia di fare dovrebbe avvicinarsi alle piccole aziende che fanno ste cose. Anche senza essere pagato per i primi tempi perchè impara il mestiere all’inizio proponendo cose da svilupapre da creare poi piano piano ci si inserisce e si fa esperienza anche “di bottega”.

…il futuro può essere questo secondo me!

Le aziende di tecnologia e software dovrebbero iniziare a sviluppare progetti di ricerca tecnologica avanzata, investendo sulle teste capaci di fare ricerca e non guardare solo al marketing e, magari, pure lasciare programmatori bravi per strada.

Secondo me momenti come questi servono per tirare fuori umanità e intelletto e quelli che hanno qualcosa di “straordinario” da proporre dovrebbero farlo insistentemente e, chi sente di appoggiarli ha il dovere morale di farlo inderogabilmente, perchè potremmo vivere una specie di Rinascimento contemporaneo, e se diverremmo più veloci e schietti potremmo pure scrollarci di dosso questo modo da leccaculi di dialogare fra persone.

Il settore pubblico (deve trovare finanziamenti per questo e non lo fa semplicemente per pigrizia o peggio perchè li butta via in mancanza di proposte valide) va stimolato da gente che ha idee in questo senso, invece da noi che succede???
Vengono fatti cortesemente uscire, gli artigiani artistici perchè fanno cose che “costeno troppu”, se qualcuno cerca di fa qualcosa se trova un mare de critiche addosso manco fosse un ladro, la critica dietro le spalle e l’invida impera in tutti i rapporti fra la gente.
E alla fine… 4 turisti che ci stanno o vanno alla mostra sui piceni o se impiccano.

La cosa più grave è che i ragazzi, che dovrebbero essere il futuro e soprattutto quelli che scrivono su forum tipo Geronimoweb o fanno discorsi da “leccamadonne”, proponendo iniziative di IMMAGINE SOCIALE (dare fondi a benemerite associazioni di beneficenza…) o sono cretini, o quelli che ragionano dopo un po’, manco ci scrivono più.

Io apprezzo Aringoli e Belardinelli perchè sono ragazzi che si stanno impegnando mettendo le mani “nella mer…a” … diciamo “in pasta”.

Mi chiedo: oltre a me in quanti ci hanno parlato con sti ragazzi? In quanti li hanno chiamati, provando a costruire qualcosa con loro magari anche mandandoli a quel paese se non condividevano le loro posizioni, ma esprimendo motivazioni a tu per tu?

Quanti propongono attività di ricerca su quello che il nostro territorio riesce ancora a tirar fuori?
… nessuno…  manco per sogno.
Io credo che il Sindaco attuale (non tanto perchè mio zio, so’ due anni che litigo con lui per visioni diverse sulle sue scelte e sul fatto che non abbia avuto polso),  sia stato bravo nel suo compito e, termina il suo mandato lasciando un eredità utile all’immagine collettiva di tutto il territorio.

Proprio il Verdicchio infatti, oggi nel bene o nel male è un’ancora, forse l’unica che nessuno potrà mai delocalizzare, a differenza di quello che succede invece con le fabbriche.

L’aver dato spago a gente che apre mutui milionari a carico dell’ente per mettere 4 pezzi d’ossa di Dinosauri dentro un palazzo è una cosa obrobriosa, ma nessuno ha fatto mai un inchiesta in proposito sui costi e le potenzialità di sta cosa.
Fare la Strada delle Valche è una scelta sbagliatissima, ma in Consiglio Comunale avete visto qualcuno che abbia votato esprimendo chiaramente che la strada andava fatta e progettata dall’altra parte? …io no!

Infine credo che nelle aziende in crisi, la maggior parte degli attuali cassaintegrati vadano sostenuti con fondi di natura sociale per un bel pezzo, ma a patto che cerchino, anche durante la cassa integrazione lavori o, partecipino a colloqui o, chi può, si occupi proprio di sociale. Spero soprattutto che la società non inizi a vederli come reietti. Perchè a volte, succede anche questo.

Sono miei pensieri su quella che reputo la città dove ho passato la mia infanzia e dove quando posso, torno ogni tanto. Io sono innamorato di questa cittadina, ma non me ne frega proprio una “cippa” di fare politica attiva in città semplicemente, penso queste mie cose e le scrivo. Se qualcuno volesse contribuire al dibattito è libero di farlo.

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Perché questo blog

Questo blog è nato per la passione di assaporare, vivere e mettere a frutto esperienze, di cose, di luoghi ma soprattutto di persone, che ho potuto incontrare, percorsi che ho battuto, da solo o insieme ad altra gente.

Sono appassionato di arte, ogni tanto dipingo, “invento” oggetti, qualche cimelio provo a restaurarlo.

La mia passione grande che provo a condividere in questo blog, è quella del racconto anche attraverso le immagini.

Ho una grande passione per la cucina di territorio e per i prodotti identitari e rispetto chi, senza ipocrisie li tutela, perché sono una grande forma d’arte.

Sono in grado di stilare progetti e strategie di comunicazione integrata, conosco i meccanismi del Marketing Territoriale, perché è lo strumento con cui riuscire a condividere al meglio l’unicità che hanno determinati paesi, luoghi e paesaggi, che spesso visito per meravigliarmi della loro essenza semplice e straordinaria.

Ho redatto progetti importanti che hanno raggiunto gli obiettivi prefissati.

Ho la ferma convinzione che le “identità particolari” siano qualcosa di prezioso da tutelare e proteggere finché saremo in tempo a farlo.

La tecnologia ci da la possibilità di essere tutti più connessi, ma troppo spesso oramai, ci fa dimenticare la sostanza delle piccole cose, dove si cela, viceversa, la bellezza e la forza meravigliosa del racconto.

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