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Gabriele e Sara tra i filari

Viti Cultori, non a caso ho usato questo termine, due giovani che hanno fatto la loro scelta di vita. Identitaria, nobile, fresca e genuina. La spontaneità di essere accolti in famiglia. Fanno tutto da soli, coltivano la vigna, ne ricavano il loro vino e li vedi felici. Sono andato a trovarli l’altro giorno, l’idea era quella di passare un’oretta per capire come Gabriele fa il suo vino, poi invece siamo arrivati a sera perché più che una storia di vite, la loro è la storia di una scelta di vita. Oramai Gabriele è alla terza generazione della cantina fondata da suo nonno Nazzareno, vicino la vecchia stazione di Matelica, coi campi piantati a verdicchio, le più anziane o antiche vigne stanno sul crinale vicino la frazione Colli di Matelica e poi, la “parte grossa” in zona Cavalieri, dove abitano e accolgono i loro amici o chi è interessato a condividere questo modo allegro di armonizzarsi con la natura.

Gabriele fra i colori della natura.

Gabriele fra i colori della “natura”.

Gabriele matelicese DOC, è figlio di Eugenio che adesso gli ha lasciato le redini dell’azienda agricola, lui, per ringraziarlo, coraggiosamente, e con la voglia di mantenere ed evidenziare continuità identitaria, ha tirato fuori il Verdicchio Gegé che è diminutivo appunto del nome di suo padre. Un vino coraggioso in queste zone perché nelle prime uscite non era filtrato e quindi, ha corso il rischio di non essere subito capito dai consumatori, ma poi è diventato un prodotto importante, arrivando ad essere inserito nelle carte dei vini di ristoranti stellati. Il non eccessivo filtraggio può essere preso come un segno ad un ritorno indietro. Invece nel Gegè e anche in altri vini della cantina Cavalieri è tutt’altro, un gancio di continuità intelligente col passato. Una cantina piccola, parliamo di circa 200 quintali di vino prodotti ogni anno, Gabriele può permettersi di verificare attentamente, anche con l’aiuto di nuova tecnologia, tutto il processo produttivo, quindi l’idea di ripristinare antichi metodi possono migliorare il bouquet del vino, ma abbassano drasticamente l’utilizzo di altre sostanze. Questo equilibrio, ben mantenuto, risulta un valore aggiunto.

Dafne al cancelletto.

Dafne al cancelletto.

In vigna veniamo accolti dalla simpatica Dafne, che dal recinto saltellava, lei la prima guardiana della tenuta, con al suo centro, un bel casolare di campagna. Invece Sara la moglie ci accoglie col sorriso ed un bicchiere di vino per entrambi. Lei legge molto e da poco ha deciso di aprire il primo wine shop sul corso principale del paese di Matelica dove cura personalmente una buonissima selezione di bottiglie e altri prodotti di gastronomia posti lì in vendita.

Sotto la tettoia del casolare due tavoloni fatti con un legno massiccio, recuperato da alcune mangiatoie, danno senso di eleganza e solidità. Di fianco la parete dipinta da artisti veri e improvvisati, fatta fare nel 1995 da babbo Eugenio; quella parete oggi è chiaramente ancora piena di colori. Arriva il pane caldo, l’olio ricavato da alcuni ulivi messi a dimora da non molti anni, un gusto interessante, rispecchia la freschezza colorata di questo posto. Poi Sara taglia ancora ciauscolo e formaggio. Due ore volano in un lampo. Parliamo di tutto e, soprattutto riscopriamo la sensazione di sentirci matelicesi, una bella cosa che, in verità non mi capita di rivivere da troppo tempo ormai.

Grappoli e filari nuovi ripresi da vecchi vitigni.

Grappoli e filari nuovi ripresi da vecchi vitigni.

Mentre il sole sta per tramontare andiamo tra i filari e lì Gabriele mi spiega dei nuovi vigneti che ha fatto derivare da quelli vecchi del crinale vicino ai Colli. Un esempio concreto di tutela della biodiversità. Torniamo, passando sotto la vecchia quercia che divide il campo dal giardino, le foglie leggermente mosse dal vento, qualche altra fetta di ciauscolo e formaggio, qualche altro bicchiere di vino. Parliamo anche di America, dell’acqua al cloro di Central Park, o di altri posti dove sui cocktail non puoi farti mettere il ghiaccio. Ci accorgiamo che il problema dell’acqua da noi non c’è perché pura, ma comunque non se n’è bevuta molta quella sera. Poi entrambi mi dicono: “Tempo fa alcuni Olandesi sono venuti a piedi fino a qui, che li abbiamo visti passare addirittura per la vigna, hai capito il perché?”.

La bellezza delle piccole cose, che alla fine sono le più importanti. Li saluto contento perché ci credono in quello che fanno. Torno a casa grato a loro per queste belle sensazioni. In bocca a lupo per tutto e nonostante tutto.

info: Cantina Cavalieri

Il Gegè e ... gli altri...

Il Gegè e … gli altri…

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Perché questo blog

Questo blog è nato per la passione di assaporare, vivere e mettere a frutto esperienze, di cose, di luoghi ma soprattutto di persone, che ho potuto incontrare, percorsi che ho battuto, da solo o insieme ad altra gente.

Sono appassionato di arte, ogni tanto dipingo, “invento” oggetti, qualche cimelio provo a restaurarlo.

La mia passione grande che provo a condividere in questo blog, è quella del racconto anche attraverso le immagini.

Ho una grande passione per la cucina di territorio e per i prodotti identitari e rispetto chi, senza ipocrisie li tutela, perché sono una grande forma d’arte.

Sono in grado di stilare progetti e strategie di comunicazione integrata, conosco i meccanismi del Marketing Territoriale, perché è lo strumento con cui riuscire a condividere al meglio l’unicità che hanno determinati paesi, luoghi e paesaggi, che spesso visito per meravigliarmi della loro essenza semplice e straordinaria.

Ho redatto progetti importanti che hanno raggiunto gli obiettivi prefissati.

Ho la ferma convinzione che le “identità particolari” siano qualcosa di prezioso da tutelare e proteggere finché saremo in tempo a farlo.

La tecnologia ci da la possibilità di essere tutti più connessi, ma troppo spesso oramai, ci fa dimenticare la sostanza delle piccole cose, dove si cela, viceversa, la bellezza e la forza meravigliosa del racconto.

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