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matti colorati foto del 2002 - piazza Enrico Mattei

Era la fine dell’estate del 2002 quando con Matteo Aringoli e un gruppo di amici decidemmo di dare vita alla festa dei matti. Prima e unica edizione, unica regola, divertirsi. Poi si immersero nel programma i giornali, le vicende di paese, la politica e altro, ma sul palco c’eravamo noi, colorati, sognatori, folli.

Nel 2005 Steve Jobs pronunciò a Stanford la celebre frase “stay hungry stay foolish” e in quel preciso istante capimmo che noi invece eravamo “stay rincoglioniti” perché immersi nel provincialismo più becero e miope di un paese che si atteggia a quello che non è, e per fortuna che non lo è. L’idea dietro a quello slogan dell’unica regola divertirsi era quella di giocare e riflettere su quei momenti di pazzia che porta l’uomo alle scelte più avventate, verso le scoperte più lungimiranti, la festa dei matti doveva essere l’elogio continuo di una città/paese che non confonde la propria radice del nome con una demenza culturale, perché siamo a Matelica non a Scemelica o Cretinilica.

Matti avrebbe dovuto racchiudere il sogno realizzato di Enrico Mattei che, guarda caso, ne aveva la stessa radice nel cognome, confidando con la ragione di un popolo in cerca di autonomia energetica, subito dopo la seconda guerra mondiale, riuscì ad aprire le porte del futuro all’Italia. Era un gioco di parole che sarebbe dovuto divenire stimolo di creatività e non invidia palese di politicanti in erba o, ancor peggio, sussidio politico per depensanti in cerca di polemiche. Purtroppo a seguito di quella prima edizione vinsero i depensanti, e vincono ancora oggi perché la ripropongono come novità gli stessi (come appare nei dispacci), che al tempo la snobbarono del tutto, senza un progetto oltre ai sette giri intorno alla fontana di piazza, di cui ne disegnai gratuitamente una ristampa. Allora ecco che non esiste riconoscenza delle idee, perché sono dei rompicoglioni quelli che le propongono le idee, perché deve valere la ragione di provincia, del facciamo così perché si è sempre fatto, almeno facciamo qualcosa, quel qualcosa stracolmo di niente che vale al massimo una cinquantina di bestemmie senza senso, tirate verso le istituzioni che non ti aiutano a fare un cazzo se non a prendersi i meriti di quelle stesse idee che loro non avranno mai. Scimmiottare e non chiamare mai perché colmi di quell’apatica aureola colma di ipocrita visibilità localistica.

matti che spiegano, semiseriamente - festa dei matti - 2002

matti che spiegano, semi seriamente – festa dei matti – 2002

Allora mi meraviglio di come si possa non considerare la possibilità di progettare un’idea come quella di dare un senso ai “percorsi matti” del nostro territorio per comunicare qualcosa di più dei 7 giri intorno alla fontana di piazza. Perché dopo anni si riconsideri sempre una novità qualcosa che, invece, a quest’ora sarebbe potuta divenire, con il sostegno delle istituzioni, un argomento tale da innescare interesse, magari anche motivo di viaggio per qualche giorno a vedere cosa s’inventano “quei matti di Matelica” al loro festival quest’anno. Invece no!

Tutto tace dietro la rievocazione pseudo storica di 7 giri intorno alla fontana di piazza, che fra l’altro i depensanti, omettono di dirlo, ma li si faceva fare per conclamare il fallimento o comunque la perdita a “pubblico ludibrio” della propria credibilità. Ecco, con questa bella novità, che non è assolutamente una novità, voi sempre gli stessi parrucconi, sempre sulla cresta dell’onda, decretate il vostro fallimento, il fallimento di una politica che da inclusiva è diventata esclusiva ed intoccabile, piena di astio in chiunque proponga qualcosa al di fuori del vostro cerchio di cortigiani. Il fallimento, purtroppo, anche di una società china dietro le vostre ipocrisie e quindi complice, perché arresa alle vostre belle smorfie che fanno spallucce, il fallimento mio che nonostante tutto, non trovo ancora il coraggio di fregarmene di voi borghesi piccoli piccoli e di mandarvi pubblicamente affanculo !

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4 Responses

  1. ” piena di astio in chiunque proponga qualcosa al di fuori del vostro cerchio di cortigiani ”
    Non potevi scegliere parole migliori…Ma io credo che tu e pochi altri avete ancora la voglia e tante idee da poter creare qualcosa a Matelica e per Matelica.
    Non ti arrendere

    • affinchè l’invidia non si estingue a matelica non si ruscira mai a fare un cazz…..così è stato sempre e così srà!!!!!ve lo dice uno che a sempre vissuto a matelica.siamo tutti bravi ma con le idee di un branco di pecoroni.quante feste belle non sono state piu’ fatte….riflettete….

      • … purtroppo è così ma dovremmo fare di tutto affinché questo gioco al massacro possa svoltare in un qualcosa di positivo, finalmente, per tutti

    • Grazie mille, mi viene solo da dirti grazie. Per il resto, sul fatto di creare ho capito che forse, contro l’ipocrisia ci sia poco da fare, anche se la speranza che la gente sia più intelligente di quanto voglia fare credere, rimane sempre dura a morire

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Perché questo blog

Questo blog è nato per la passione di assaporare, vivere e mettere a frutto esperienze, di cose, di luoghi ma soprattutto di persone, che ho potuto incontrare, percorsi che ho battuto, da solo o insieme ad altra gente.

Sono appassionato di arte, ogni tanto dipingo, “invento” oggetti, qualche cimelio provo a restaurarlo.

La mia passione grande che provo a condividere in questo blog, è quella del racconto anche attraverso le immagini.

Ho una grande passione per la cucina di territorio e per i prodotti identitari e rispetto chi, senza ipocrisie li tutela, perché sono una grande forma d’arte.

Sono in grado di stilare progetti e strategie di comunicazione integrata, conosco i meccanismi del Marketing Territoriale, perché è lo strumento con cui riuscire a condividere al meglio l’unicità che hanno determinati paesi, luoghi e paesaggi, che spesso visito per meravigliarmi della loro essenza semplice e straordinaria.

Ho redatto progetti importanti che hanno raggiunto gli obiettivi prefissati.

Ho la ferma convinzione che le “identità particolari” siano qualcosa di prezioso da tutelare e proteggere finché saremo in tempo a farlo.

La tecnologia ci da la possibilità di essere tutti più connessi, ma troppo spesso oramai, ci fa dimenticare la sostanza delle piccole cose, dove si cela, viceversa, la bellezza e la forza meravigliosa del racconto.

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