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Bella pubblicità del

Bella pubblicità del “Rosso Antico” anni 50 – fonte internet

«Le banche di Stato sostenevano le grandi aziende a partecipazione statale che dovevano fornire a basso costo l’energia, i servizi e gli strumenti necessari alle aziende private, consentendo loro di affrontare la concorrenza di Paesi che possiedono a basso costo quelle materie prime che noi non abbiamo. Questo fu il motore del miracolo economico. E abbiamo dimenticato che a ispirarlo fu un gruppo di economisti e politici cattolici. Tanto che furono proprio gli inglesi a parlare ironicamente di “miracolo” italiano, convinti come erano che i cattolici fossero costituzionalmente incapaci di dare solidità, benessere e libertà ai loro Paesi. Poi, col governo cosiddetto delle “convergenze parallele”, diventammo la quarta potenza mondiale superando anche gli inglesi, perché lo stesso Togliatti aveva capito che bisognava utilizzare e appoggiare quel modello di sviluppo» – cit.-

Poi ci siamo autodistrutti. Abbiamo subito e stiamo subendo modelli di sviluppo e logiche contro la nostra vera natura. Creativa, artistica e autentica. Il marketing (parola intraducibile in italiano e io l’ho pure studiato) i social network e la comunicazione via internet ci stanno concludendo l’opera di appiattimento.

Prima hanno iniziato con le leggi fatte coi piedi sulla tutela dei prodotti territoriali, parallelamente coi supermercati, adesso continuano con il riluttante strategismo lobbista a cui siamo tutti assoldati perché non viviamo senza un i-phone e non fa figo vivere in un piccolo paese perché è ovvio …poi come si fa con la palestra?

Siamo indotti, tutti quanti a pensare univocamente. Mal ridotti dentro una pellicola che ci esclude dalla logica di essere ciò che siamo in realtà. Mi ricordo che internet agli albori era visto da quelli come me, come una grande opportunità per far riemergere le tradizioni e le identità artistiche e artigianali dei popoli e delle persone, era la ribalta delle diversità identitarie. Oggi sta diventando l’ennesimo strumento per tutti coloro che hanno bisogno e voglia di potere, denaro e soldi.

Abbiamo gli strumenti per dire al mondo che ad esempio nel paesino di Arnad fanno un prodotto unico al mondo, il lardo, che a Visso i norcini ancora fanno a meno di conservanti chimici per il loro ciauscolo, piccole storie di tradizioni centenarie, basi di microeconomia che possono essere utili a far comprendere come riprenderci la vita. Invece no andiamo su google e cerchiamo la tendenza, schiere di pseudo intellettuali che sono propedeutici solo a farti comperare un salame con dentro più chimica di un litro di diluente. Sta scemando il senso istituzionalizzante delle cose fatte con rigor di logica o con una riflessione ponderata.

Allora da una parte sono gli strumenti di comunicazione a rompere gli equilibri, ma dall’altra siamo tutti noi ad essere alla frutta!

P.S. La pubblicità del Rosso Antico Aperitivo con Fernandel come testimonial era proprio bella.

Commenti di Facebook

One response

  1. Tutto vero! Gli strumenti di comunicazione rompono gli equilibri, si, ma anche questi strumenti sono gestiti da esseri umani, e in teoria dotati di intelletto, ergo?!…strumenti che dovrebbero, sempre in teoria, arricchire le nostre conoscenze, il sapere, facilitare lo scambio di idee, stimolare la curiosità, farci muovere materialmente fuori, alla ricerca di un piatto tipico, di una mostra, di un evento “sano”, di una biblioteca che profuma ancora di cultura, e molto altro ancora, a tal punto da far emergere sempre di più le nostre soggettività e diversità per concorrere però assieme, come una vera società, al nostro benessere (che non deve essere considerato prettamente economico, anzi!) e a quello degli altri…soggetti distinti, contraddistinti tra di loro che portano acqua allo stesso mulino e non si fanno infinocchiare! Questi strumenti dovrebbero essere di supporto alle nostre vite. Quello che capita in effetti è purtroppo il contrario…gli esseri umani dotati di intelletto alla fine non sono poi così tanto dotati a quante pare! Se lo fossimo capiremmo che il “telecomando” per così dire, lo abbiamo in mano noi…basta solo la volontà per usarlo, tanta tenacia e tanta voglia di scoprire cosa c’è oltre! In definitiva credo proprio, come dici tu che siamo noi ad essere alla frutta! O per dirla alla Marra…ormai non c’è nemmeno più bisogno di scriverlo…è chiaro! Ma voglio continuare ad essere ottimista, a cambiare “canale” come più mi piace, a usare il mio di cervello e ad essere golosa di cultura e curiosa di sapere, cercando di coinvolgere più persone possibile, nella speranza che possa dare vita a un effetto domino!…diamo un altro senso alla terza via, porta alla mente un passato stantio e un presente che non ha un sapore di nuovo…diventiamo noi la terza via! anche il tuo scrivere è un input…a farlo più spesso!!!!! Ben tornato!

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Perché questo blog

Questo blog è nato per la passione di assaporare, vivere e mettere a frutto esperienze, di cose, di luoghi ma soprattutto di persone, che ho potuto incontrare, percorsi che ho battuto, da solo o insieme ad altra gente.

Sono appassionato di arte, ogni tanto dipingo, “invento” oggetti, qualche cimelio provo a restaurarlo.

La mia passione grande che provo a condividere in questo blog, è quella del racconto anche attraverso le immagini.

Ho una grande passione per la cucina di territorio e per i prodotti identitari e rispetto chi, senza ipocrisie li tutela, perché sono una grande forma d’arte.

Sono in grado di stilare progetti e strategie di comunicazione integrata, conosco i meccanismi del Marketing Territoriale, perché è lo strumento con cui riuscire a condividere al meglio l’unicità che hanno determinati paesi, luoghi e paesaggi, che spesso visito per meravigliarmi della loro essenza semplice e straordinaria.

Ho redatto progetti importanti che hanno raggiunto gli obiettivi prefissati.

Ho la ferma convinzione che le “identità particolari” siano qualcosa di prezioso da tutelare e proteggere finché saremo in tempo a farlo.

La tecnologia ci da la possibilità di essere tutti più connessi, ma troppo spesso oramai, ci fa dimenticare la sostanza delle piccole cose, dove si cela, viceversa, la bellezza e la forza meravigliosa del racconto.

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