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(nel 2011 in programma ci sarà il film dei Puffi!!! Perchè i Puffi vanno! Approfondimenti sul film in uscita per la settembre del 2011 quiqui e soprattutto sul sito ufficiale)

Io da piccolo giocavo spesso con i Puffi. Ricordo che ogni volta che i miei nonni, i miei genitori o qualche parente me ne regalavano uno nuovo, per me era una festa. Come molti bambini degli anni ottanta ero completamente preso da tre tipologie di giocattoli soprattutto; i Puffi, i Masters e le sorpresine del Mulino Bianco. L’altro giorno sono salito nella soffitta di casa di mia nonna per rovistare fra i ricordi di un periodo, la mia infanzia che, sembra non voglia staccarsi ancora da me, (sarà la Sindrome di Peter Pan?); addirittura mi sono messo a riordinare tutti questi pupazzetti blu e a catalogarli. Non sono un vero e proprio collezionista ma, spinto da alcuni discorsi fra amici, mi sono convinto a sistemare questi miei oggetti d’infanzia. Ho fatto una ricerca in rete e mi sono accorto che paradossalmente i miei “Piccoli Puffi” sono stati proprio un buon investimento. Mi hanno fatto divertire e, non nascondo che ancora oggi, ogni tanto ci gioco ancora, inoltre non sono nemmeno calati di valore!!! Anzi qualche pezzo è aumentato di molto rispetto alla quotazione “a nuovo”. Dalle notizie trovate in rete il loro valore medio si aggira attorno ai 5 euro tranne i pezzi unici che arrivano a superare, in certi casi, anche di molto i 1000 euro. Dal divertimento nudo e crudo ho iniziato a riflettere sulla qualità dell’investimento. Ho dedotto che un Puffo in discrete condizioni mantiene il suo valore e alcuni lo accrescono addirittura in certi casi anche molto più del 200%. Quale investimento rende così oggi? Nessuno. Lo stesso discorso vale per i Masters. Chi ci avrebbe mai creduto che uno degli acquisti più proficui degli anni ottanta sarebbero stati i giocattoli? Se ci riflettiamo bene infatti  se dovessimo considerare le mode di quei tempi arriveremmo alla conclusione che comprare un’auto “superaccessoriata” o “full optional” oggi non ripagherebbe affatto la spesa. Infatti un Audi 80 ad esempio, non potrà mai essere rivenduta oggi  al prezzo con cui è stata acquistata. Solo le case e i pezzi d’arte o il cosiddetto “modernariato” reggono il passo dei Puffi o dei Masters in proporzione al valore aggiunto. Ovviamente la vendibilità di una collezione di giocattoli sarà sicuramente ridotta, tuttavia sapere di possedere pezzi che hanno un valore oggettivo oltre che affettivo è rincuorate. Quindi genitori comperate giocattoli ai vostri bambini quando indicano lo scaffale e chissà che domani non scoprirete di aver fatto anche un buon investimento.

Commenti di Facebook

4 Responses

  1. proprio un bell’articolo questo!!anche io, pur essendo dei 90, avevo una piccola collezione di puffi in miniatura.. e perchè vogliamo mettere i coccodrilli degli ovetti kinder??sono giocattoli che hanno “fatto la storia”e, anche se ormai datati hanno un valore alla pari di telefoni,moto e auto d’epoca.. se pensiamo che oggi il primo fumetto di topolino vale l’oro!!!bè è proprio una bella soddisfazione sapere che nella società odierna certi valori non si sono estinti del tutto!

  2. E’ inquietante rendersi conto che l’essere umano non è ingrado di attribuire il giusto valore alle cose.

    i puffi erano il chiaro esempio di gestione della società nel modo corretto, uniti nel punire gli errori e a gratificare i comportamenti rispettosi delle regole, uniti tutti contro garganella il cattivo, che andava contrastato, ma sempre nel rispetto delle regole. Se vogliamo possiamo attribuirgli anche un ruolo indirettamente educativo.

    Con tutta la simpatica che nutro per i puffi , mi ricordo che io avevo comprato anche le casette a forma di funghetto, e per quello che hanno rappresentato e per il notevole apporto educativo, rispetto ad altri cartoni animati, scoprire che ci siano persone disposte a pagare fino a 1000 euro per 2 cm di plastica per me non rappresenta un “valore”

    Sia chiaro le persone con i proprio soldi possono fare ciò che vogliono ma vi prego non chiamiamoli “valori” , per me i valori sono altro…

    pagare 2 cm di plastica 1000 euro è un capriccio da soddisfare, non un valore….

    il capriccio da soddisfare non ha prezzo è soggettivo, non è la valutazione oggettiva di un oggetto….

    Ma del resto se nella società e nell’economia moderna accettiamo che i calciatori, per correre dietro ad un pallone , siano retribuiti milioni e milioni di euro o ci siano nuove professioni come quelle dei tronisti della De Fillipi, che per fare “niente” nelle discoteche vengono pagati milioni per un ora di compassata e i ricercatori, solo per fare un esempio, sono costretti a vivere nel precariato con 600 euro, quando sono fortunati, bhe si possiamo affermare che abbiamo costruito, nessuno escluso, una società basata su valori veramente concreti e saggi da tramandare alle future generazioni hahahah !!!!

  3. Adesso hai capito perché il gargamella era così fissato col voler catturare i puffi?? se l’era immaginata che sarebbero aumentati di valore!! Ahahahaha!!

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Questo blog è nato per la passione di assaporare, vivere e mettere a frutto esperienze, di cose, di luoghi ma soprattutto di persone, che ho potuto incontrare, percorsi che ho battuto, da solo o insieme ad altra gente.

Sono appassionato di arte, ogni tanto dipingo, “invento” oggetti, qualche cimelio provo a restaurarlo.

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Ho una grande passione per la cucina di territorio e per i prodotti identitari e rispetto chi, senza ipocrisie li tutela, perché sono una grande forma d’arte.

Sono in grado di stilare progetti e strategie di comunicazione integrata, conosco i meccanismi del Marketing Territoriale, perché è lo strumento con cui riuscire a condividere al meglio l’unicità che hanno determinati paesi, luoghi e paesaggi, che spesso visito per meravigliarmi della loro essenza semplice e straordinaria.

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Ho la ferma convinzione che le “identità particolari” siano qualcosa di prezioso da tutelare e proteggere finché saremo in tempo a farlo.

La tecnologia ci da la possibilità di essere tutti più connessi, ma troppo spesso oramai, ci fa dimenticare la sostanza delle piccole cose, dove si cela, viceversa, la bellezza e la forza meravigliosa del racconto.

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