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chiesetta crollata alle porte di Visso - foto Marco Costarelli
-parte seconda-antipopolare (qui la parte prima)
Aiuti in playback e canzoni dal vivo. L’aiuto che si proclama ma non si vede. Sindaci sull’orlo della disperazione nelle zone colpite dal sisma. Una sovraesposizione mediatica ma solo “per sentito dire”, al soldo del pensiero unico per una terra che non c’è più. Crozza stavolta la spara grossa sull’irpef degli aiuti per i terremotati.
La zona franca dovrebbe essere lontano da Sanremo!
Mentre fuori da qui il nulla, alle porte di Camerino, tra poco potranno metterci un cartello con scritto “the End” perché scrivere “da qui si va per le città dolenti” sarebbe scomodare poesia aulica che un ammasso di analfabeti funzionali, eccetto l’Università, non potrebbe mai capire.
Tutti guardano Sanremo mentre Michele s’impicca senza provare nemmeno ad arrivare “nel mezzo del cammin della sua vita”, già perso da anni nella selva oscura della precarietà obsoleta, di una civiltà idiota che dal divano della sala ti dice di startene zitto perché balla Ricky Martin.
Nella prigione dorata, di un sistema a senso unico, se non paghi l’irpef sei uno sfigato perché non contribuisci all’ennesimo stipendio inutile al parlamentare fancazzista di turno. Però stiamo tutti zitti che Albano stecca, non ha più la voce, è invecchiato come quel sindaco che urla imprecazioni contro istituzioni farlocche ma potenti e anche contro il suo popolo coglione che gli chiede raccomandazioni, che, anche se senza casa si fa sempre più suddito di una democrazia strappata dall’ennesima droga televisiva, che mostra scintillante tutta l’ipocrisia della società dove rischiamo di soffocare. “Meglio Sanremo della politica!” senti dire nei commenti dei bar rimasti aperti, la Raggi è “depensante” anche per Grillo mentre parla con Sgarbi e poi chiede di smentirlo, chissà se sarebbe tornata utile una polizza sulla vita anche alla mamma che urlava scappando di casa in quella serata di pioggia a fine ottobre mentre veniva giù tutto.
Allora vai con l’essemmesse solidale perché fa figo essere elemosinanti da divano, totalmente ipocriti, in questo teatro dell’assurdo pieno di matasse talmente intrecciate che non ha più senso districare.
M’impongo di scrivere la mia incomprensione perché forse non ci arrivo a capirle le cose, ci ho provato anche ieri a capire qualcosa, ma a dir la verità sono rimasto sulla tazza del cesso per mezz’ora, solo, a riflettere quanto faccia cagare questo sistema ingolfato su se stesso. Alla fine ho evacuato e quanto vorrei evacuare da qui. Voglio lasciarlo scritto qui, nel mio diario digitale, il fatto che non riesco più a dare un senso ai controsensi che vedo ogni giorno.
Ho sentito che canta anche Gigi, è stato a Civitanova a fine anno, vicino ma non troppo, al cratere della catastrofe naturale più grande da due secoli. Tutti cantano Sanremo anche gli animali, tranne quelli senza stalla, rimasti gelati sotto la neve, mi viene in mente l’asino che canta la promo di questa “sagra nazionale della canzone italiana”. Quanti super ospiti nel cratere della sciagura, che qualcuno vorrebbe farci anche un programma, “l’isola dei terremotati”, ma preferirei “roulotte da incubo”, anche se Errani non ha proprio il piglio di Gordon Ramsey. Il contributo per l’autonoma sistemazione sembra che non sia ancora arrivato a nessuno, mentre l’emblema del dipendente modello che da 30 anni non ha preso nemmeno un giorno di malattia, sta li scintillante sul palco dell’Ariston a consacrare l’imperialismo travestito da democrazia e lo share ha raggiunto il 50% facendo saltare il jackpot della raccolta pubblicitaria a mamma Rai.
Sui social la mia foto di Accumoli di circa un anno e mezzo fa è diventata un pezzo unico, non l’ho mai nemmeno stampata, l’ho fatta prima che quel posto venisse giù e fosse conosciuto dal resto del mondo dopo la sua caduta, eppure una società di gente attenta a quel che mangia, almeno la frazione di Grisciano avrebbe dovuto conoscerla da prima dello scorso anno, almeno dai radical chic Eataliani, perchè la Griscia nasce lì, invece niente, anche se la mangiano tutti senza nemmeno sapere da dove deriva.
Sei visite del capo dello stato sui luoghi della catastrofe. Parole di sostegno per una forza esortativa come dice lui, verso un transatlantico di rovine. A sentire le dichiarazioni di alcuni senatori come D’anna, sembra quasi che questa vicinanza si traduca in  semplice noia e voglia di prendere e iniziare con l’up-load del vaffanculo, ossia i calci nel culo.
Tutto il resto è noia, canta: Franco Califano che non c’è più, purtroppo, a differenza dell’immenso mare di politica inconcludente in uno stato che proclama e poi non fa nulla, ingessato verso pseudo debiti di istituti finanziari antitetici alla coerenza sociale, nessuno che sappia cosa fare, tutti invocano elemosina e volontariato mentre sembra che l’appalto per le casette di legno l’abbia vinto gente vicina a “mafia capitale” e che costino più delle case nuove che non arriveranno mai come mai sembra finisca questa chermesse di lustrini in tv, proclami e sorrisi falsi.
Zitti che tra poco cantano gli Zero Assoluto, ma non è il gruppo, è quello che sta accadendo qui vicino a me. Io ho spento la tv, questa prigionia è asfissiante, questo paese non merita la cultura e la bellezza di cui è invaso!
Commenti di Facebook

11 Responses

  1. Marco, mi lasci muta…
    Mi capita di rado..
    So che molti si son mobilitati, tra gli amici, e abbiamo comprato prodotti dalle aziende che devono assolutamente ripartire.
    Ho 62 anni e ricordo bene il “nostro” sisma del 1980.
    Ho pianto tanto per tutto quanto sta passando questa Italia, so che è poco, ma da semplice donna non so fare altro …

    • Ma la gente fa tanto, da sola. Perché la situazione è tragicomica. Non ci sono i soldi perché il sistema vive della sua utopia. Ci si autoalimenta. Se si studiasse economia, si capirebbe che trasdormare soldi in mattoni è un principio dell’economia moderna. Invece sono un branco di idioti che creano valore fittizio per una propaganda inutile e dannosa!

      • Concordo Marco…
        Visitai tempo fa una parte delle Marche e dell’Umbria, in molti siamo sconvolti nel vedere l’incapacità di questo manipolo di idioti, di lecc..lo

          • Sono una giornalista e non lavoro ( avevo on mio marito un format relativo ai nostri beni culturali su una rete salernitana e con dei piccoli sponsor ci pagavamo lo spazio).
            Indovini perchè non lavoro vero???

  2. Anni fa facemmo un viaggio indimenticabile nelle Marche, e Umbria. Se penso che tanti di quei posti da noi visitati son ridotti in macerie, mi viene una tristezza dentro indicibile. Che poi si tramuta in rabbia di fronte alle ipocrisie di turno. Ma voglio credere che ci sia qualcuno capace in giro di capire i veri problemi della gente ferita e infreddolita. Senza speranza si muore , anche se ovviamente non basta. Ti auguro ogni bene e continua a testimoniare come vanno le cose. E’ importante. Buona giornata . Isabella

    • Grazie mille per l’augurio. Il problema fra l’altro è che in moltissimi paesi manco le macerie abbiano spostato. Comunque tornaci in queste zone se ne avrai l’occasione. I piccoli artigiani, agricoltori e allevatori stanno mettendocela tutta per mantenere quanto sia rimasto. La gente se ha speranza ci crede e fa, è la politica e la burocrazia che li distrugge

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Perché questo blog

Questo blog è nato per la passione di assaporare, vivere e mettere a frutto esperienze, di cose, di luoghi ma soprattutto di persone, che ho potuto incontrare, percorsi che ho battuto, da solo o insieme ad altra gente.

Sono appassionato di arte, ogni tanto dipingo, “invento” oggetti, qualche cimelio provo a restaurarlo.

La mia passione grande che provo a condividere in questo blog, è quella del racconto anche attraverso le immagini.

Ho una grande passione per la cucina di territorio e per i prodotti identitari e rispetto chi, senza ipocrisie li tutela, perché sono una grande forma d’arte.

Sono in grado di stilare progetti e strategie di comunicazione integrata, conosco i meccanismi del Marketing Territoriale, perché è lo strumento con cui riuscire a condividere al meglio l’unicità che hanno determinati paesi, luoghi e paesaggi, che spesso visito per meravigliarmi della loro essenza semplice e straordinaria.

Ho redatto progetti importanti che hanno raggiunto gli obiettivi prefissati.

Ho la ferma convinzione che le “identità particolari” siano qualcosa di prezioso da tutelare e proteggere finché saremo in tempo a farlo.

La tecnologia ci da la possibilità di essere tutti più connessi, ma troppo spesso oramai, ci fa dimenticare la sostanza delle piccole cose, dove si cela, viceversa, la bellezza e la forza meravigliosa del racconto.

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