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Pulp sisma e le macerie ancora li

Pulp sisma 3: Samuel Jakson a Forte dei Marmi scambiato per profugo, i terremotati al mare scambiati per vacanzieri. Per il resto …silenzi fra i boschi.

Ci mancava solo Samuel Jackson scambiato da profugo insieme a Magic Johnson a Forte dei Marmi, per indicare quasi profetico questo titolo. Forse nemmeno Tarantino riuscirebbe a rendere così “Pulp” la situazione reale di queste “zone rosse”.

Allora ecco la parte terza che sicuramente sarà velata, coperta come le altre due parti prima di questa, dalla comunicazione locale e nazionale, perché va sopra le righe di un sistema che vuole la gente appiattita a se stessa, che non deve avere interferenze affinché l’omologazione delle masse possa compiersi.

E’ proprio “il cammino dell’uomo timorato”, riprendendo un passaggio recitato nel film dallo stesso Jackson, che sembra dover percorrere la gente di questa italia, presa di mira da troppe frasi fatte e tante situazioni lasciate volutamente a metà.

Occorrono… silenzi sul sisma, altrimenti uscirebbero fuori i discorsi seri sui diritti fondamentali dell’uomo, primo fra tutti, quello di avere una casa, calpestati come carta straccia dai galoppini dei partiti a suon di propaganda istituzionale sui nuovi progetti di centri commerciali nelle località del cratere, piste di atterraggio di fianco a monumenti di pregio storico artistico, o addirittura di alberghi, che potrebbero trovare nuove caratterizzazioni per celare il fatto di essere, altrimenti, dichiarati per quello che sono in realtà, eco-mostri oramai vecchi e da smantellare.

Leggevo in un articolo di qualche testata, come questo sia stato il sisma dove i riflettori si sono spenti nel modo più veloce, quasi istantaneo. Di cosa avrebbero dovuto parlare i grandi strumenti di comunicazione di massa? Della più grande concentrazione di lecchini impiegati nel centro italia? Parlare di questo terremoto ribalterebbe la concezione stessa del “politically correct” che vige nella classe politica dei palazzi del potere (soprattutto nelle Regioni), parlare del sisma del centro Italia li metterebbe automaticamente alla gogna dei media, i quali, se prendesse piede una comunicazione fattuale delle stupidaggini fatte fin qui, non potrebbero far altro che giustificare il dissenso popolare verso la più grande schiera di incompetenti e ruffiani che compongono la macchina pubblica italiana, e trovano luogo a partire dalle regioni, mi dispiace dirlo solo per quei pochissimi e rari casi di quella gente che lavora anche bene.

Hanno dimostrato la loro incapacità a far qualsiasi cosa e di produrre, a distanza di un anno dal terremoto, il niente cosmico. Se aggiungiamo che la seconda e la terza carica dello Stato hanno origini in queste zone, fra l’altro anche allineate nello stesso partito di governo, sai che bella figura internazionale ci farebbe l’Italia.

Se ne parlassero i media, come verrebbe spiegato alla casalinga di Voghera che il mese scorso la stessa regione Marche, che è dello stesso colore del partito di governo, proponeva di fare la pista ciclabile dall’entroterra alla costa? Oppure che qualche mese fa gli pseudo influencer di instagram, ovviamente pagati dalle risorse dell’ente, quasi contrastavano snobbandole, invece che sostenere le iniziative nate, per proprio conto da gruppi di persone autogestite, perché terremotate anche loro? Se finalmente i grandi media iniziassero a fare il loro lavoro, quale sarebbe la giustificazione riguardo alle casette consegnate, che sono solo 42 delle oltre 2 mila richieste? Che risposte si darebbero se a parlare fossero quei sindaci dei piccoli paesini che non hanno più la tessera del PD e forse qualcuno non l’ha avuta mai, vista la strafottenza di sbilanciamento politico verso altre esigenze? Come raccontare la resilienza dei piccoli borghi a questa parte di manager dove la partitocrazia è solo una scusa per immergersi nella logica della “società dei consumi” per fare affari ad ogni costo fregandosene ampiamente delle “piccole identità particolari” come le chiamava Pasolini, intellettuale, guarda caso di sinistra, ampiamente inascoltato oggi se non per la sua questione sessuale, usata come strategia di divagazione dai contenuti veri, di cui intanto, solo per una specifica di contenuto, ne metto un link.

Come giustificherebbe proprio il PD questo diniego aberrante delle proprie radici culturali, se dovesse venire a galla la questione morale del terremoto? Io penso che i grandi media nazionali non possono parlare dei terremotati, perché questo implicherebbe di andare a fondo su come vengono fatti gli investimenti, sul possibile recupero delle identità territoriali, completamente ancora disatteso per evidenti e più grandi interessi speculativi da come appaiono le notizie e i progetti sulla stampa locale, rispetto al tentativo di conservare le caratterizzazioni agricole che questi luoghi, nonostante tutto, ancora preservano, grazie alla caparbietà dei loro abitanti.

Purtroppo a questi radical chic dell’ultima ora sembra proprio che non interessi niente di tutto questo perché di disturbo alle loro eventuali manovre, quindi, per ovvi motivi va coperto. Celato, chiuso dietro la nebbia di possibili finanziamenti a tasso agevolato per zittire anche quei 4 rompi balle rimasti, con leggine di comodo per serrare il discorso a chi la vedrebbe molto più semplice di come sembra essere ora la ricostruzione; si potrebbe concludere immediatamente la ricostruzione, con uno schema di rimborsi, ben controllati ed immediati a chi presenta il lavoro a regola d’arte ed in stato di avanzamento. Si produrrebbero imprese locali, rifiorirebbe l’economia distrutta in pochi giorni.

Invece no, via con le negazioni palesi dei diritti fondamentali, avere subito ed in via prioritaria un tetto dove vivere non è evidentemente la priorità, anche se la tecnologia lo permette e le istituzioni avrebbero l’obbligo di far questo, mettere un tetto sopra la testa di chi non ce l’ha, anche se provvisorio ma immediato e che non costi 80 mila euro, che è l’altro vero schifo assoluto, lo fanno passare come non prioritario, e stanno tutti zitti.

Nessun ragionamento sui fatti e sulle priorità, solo il balletto delle nomine dei consulenti, che vanno e che vengono, si riapre puntualmente, la bagarre fra la politica dei sindaci e gli enti “superiori” con i primi, che hanno, in molti casi, l’attenuante di trovarsi in prima linea schiacciati tra l’incudine e il martello, a combattere una logica sprezzante riguardo qualsiasi elemento di umanità.

A Visso, a Castel Sant’Angelo sul Nera, come ad Ussita o nei mille paesini distrutti dalla natura, la società viene devastata da una classe dirigente che li fa spostare, allo stesso modo di quanto succede in Africa equatoriale dove si impone ai Pigmei di spostare i propri villaggi per far spazio alla deforestazione con logiche di leggi o di ordinanze molto simili fra loro. Basterebbe aprire gli occhi per capire quanto si stia completamente sbagliando rotta.

Qui il terremoto ha preparato il campo a tutti quegli affaristi che hanno bisogno di spazi per agire, demoralizzare gli ultimi rimasti in loco, è il succo amaro di una schiera di gente targata da un sentimento ideologico esclusivamente vessato a fare soldi che non c’entra nulla con i resilienti: è la voglia di auto celebrazione personale che cavalca silenziosa la disperazione degli sfollati, con buona pace di tutta quella sinistra della “questione morale”, della “casa per tutti” e della tutela delle “realtà particolari”.

Ecco che allora le dimissioni di Curcio e di Errani erano prevedibili perché questa, spero tanto sia una bolla destinata a scoppiare, meglio se in maniera apartitica, e che soprattutto, non potrà rimanere celata per molto tempo ancora, nonostante ci si provi con tutti questi …silenzi fra i boschi, a proposito di nomine.

Spero che da questa situazione Pulp, chi oggi ne sta subendo le conseguenze ne possa uscire fuori dall’incubo al più presto, specialmente gli artigiani di montagna, che non credo si piegheranno per molto tempo ancora a questa fatiscenza amministrativa perché prima o poi, direbbe Samuel Jackson, “… la giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno…”

 

Chi si fosse persa la prima e la seconda parte, a seguire inserisco i link.

Pulp Sisma  – parte prima –

Pulp Sisma; il festival degli orrori – parte seconda –

 

 

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Perché questo blog

Questo blog è nato per la passione di assaporare, vivere e mettere a frutto esperienze, di cose, di luoghi ma soprattutto di persone, che ho potuto incontrare, percorsi che ho battuto, da solo o insieme ad altra gente.

Sono appassionato di arte, ogni tanto dipingo, “invento” oggetti, qualche cimelio provo a restaurarlo.

La mia passione grande che provo a condividere in questo blog, è quella del racconto anche attraverso le immagini.

Ho una grande passione per la cucina di territorio e per i prodotti identitari e rispetto chi, senza ipocrisie li tutela, perché sono una grande forma d’arte.

Sono in grado di stilare progetti e strategie di comunicazione integrata, conosco i meccanismi del Marketing Territoriale, perché è lo strumento con cui riuscire a condividere al meglio l’unicità che hanno determinati paesi, luoghi e paesaggi, che spesso visito per meravigliarmi della loro essenza semplice e straordinaria.

Ho redatto progetti importanti che hanno raggiunto gli obiettivi prefissati.

Ho la ferma convinzione che le “identità particolari” siano qualcosa di prezioso da tutelare e proteggere finché saremo in tempo a farlo.

La tecnologia ci da la possibilità di essere tutti più connessi, ma troppo spesso oramai, ci fa dimenticare la sostanza delle piccole cose, dove si cela, viceversa, la bellezza e la forza meravigliosa del racconto.

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