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I frati e santi costruirono queste grotte

Cupramontana è per me un posto magico dove ogni tanto trovo momenti di rifugio. Saltuariamente devo tornarci, anche solo per un’ora, vado al paese di mio padre, una parte della mia famiglia ha origini li e, quel posto lo sento come una seconda casa dove, però, non ho mai vissuto. I dintorni del paese sono pieni di fascino. L’Eremo delle Grotte o dei Frati Bianchi ne è forse la parte più ricca di significato e di spiritualità.

Il campanile dell'eremo

Il campanile dell’eremo

Proprio mio padre mi racconta dei lunedì di Pasqua della sua infanzia trascorsi lì, con la famiglia, quasi a scacciare i pensieri e le fatiche giornaliere di un dopoguerra faticoso anche se pieno di speranze. L’eremo in realtà infonde una tranquillità unica grazie allo straordinario equilibrio naturale. Una flora ricchissima, fresca nei colori e variegata di forme ed eleganze disposte in maniera magistralmente casuale. In questo contesto è facile immaginare addirittura apparizioni di Maria Vergine in una carrozza, come narrano le storie di paese.

Questo straordinario patrimonio di arte e cultura certamente con forti connotazioni cristiane è colmo di un’aurea mistica e filosofica che lo fanno apparire qualcosa in più di un luogo di culto. Facilmente raggiungibile, a poca distanza dal centro di Cupramontana, in quest’eremo è probabile che si  sia instaurata la coltura della vite, proprio a cura dei monaci dal saio bianco, che oggi con il Verdicchio dei castelli di Jesi è un vero e proprio “must” (emblema) di connotazione territoriale.

La tradizione vuole che la prima grotta sia stata  scavata da San Romualdo intorno al secolo XI, i frati dei primi insediamenti ci vivevano nelle grotte scavate da loro stessi e furono perseguitati dall’inquisizione per il loro vivere in povertà. Si hanno notizie di insediamenti fino al 1500 fino all’insediamento dei Camaldolesi, da qui il nome Eremo dei Frati Bianchi per le vesti che contraddistinguono l’ordine ecclesiastico. Il dettaglio delle fonti storiche potete trovarlo qui, descritto in maniera molto esaustiva e con puntuali riferimenti ai vari periodi storici.

L’eremo dei Frati Bianchi ad un primo sguardo ricorda un po’ la struttura varia e complessa dei sassi di Matera. In realtà andando a scoprire le funzioni ecclesiastiche e di meditazione, oltre alla conformazione geologica del luogo, le similitudini con Matera secondo me aumentano anche se, chiaramente la struttura cuprense non è enorme; tuttavia, se Matera è stata definita da UNESCO un “Paesaggio culturale” l’Eremo delle Grotte è sicuramente uno scorcio sulla profondità della mente, un posto dove passare tempo a meditare riflettere, avvicinarsi a cercare di comprendere se stessi, immersi in un equilibrio di armonie completo, un posto per risanare anima e corpo. Una passeggiata nel primo pomeriggio di un giorno di inizio primavera è un toccasana per corpo e anima.

 

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12 Responses

  1. Questo luogo l’ho conosciuto in occasione del matrimonio di una mia amica, stupendo.. Non sapevo della sua esistenza !!!!! E pensare che abbiamo posti meravigliosi a due passi da noiii.. Grazzzzziiie

  2. Con questo articolo mi hai molto incuriosita; bisognerebbe dedicare piú tempo alla scoperta delle bellezze del nostro territorio!! Un’oasi di pace e tranquillità è proprio ciò che ci si augura dopo una lunga settimana lavorativa. Mi propongo di visitare presto questi luoghi.

    • Sono contento, spero di aver colto un po’l’essenza del luogo che è una delle cose più difficili quando cerco di parlarne. Una passeggiata appena pranzo in queste giornate di anticipo della primavera è veramente una bella sensazione. Ps. Li vicino c’è anche una cantina ed un agriturismo, che probabilmente, a breve proverò, intanto puoi giocare d’anticipo 🙂

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Perché questo blog

Questo blog è nato per la passione di assaporare, vivere e mettere a frutto esperienze, di cose, di luoghi ma soprattutto di persone, che ho potuto incontrare, percorsi che ho battuto, da solo o insieme ad altra gente.

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Ho una grande passione per la cucina di territorio e per i prodotti identitari e rispetto chi, senza ipocrisie li tutela, perché sono una grande forma d’arte.

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