Mi sono guardato vecchio.
Il mio riflesso da vecchio, di fronte ad uno specchio.
Ho visto rughe che ancora non erano cresciute.
Ho voluto vedere la mia faccia da scemo
quando sarei dovuto essere più saggio.
Mi sono guardato vecchio, veramente,
e anche senza nostalgia, evidentemente.
Ho riflesso quella immagine sorniona,
emozionata e malinconica dietro la porta
celata in uno specchio della mente.
Una porta che sbatte, una donna che urla
ma era solo il mio amare incompetente.
Ho visto me stesso in una tavola rotonda,
dove si era tutti uguali anche se diversi,
ma con gli stessi ideali dati per persi.
Sarò un incubo o una speranza,
diverrò una canzone o un’esequia,
forse, uno scenario lugubre o divertente?
Domande interessanti, ma io ero diventato vecchio.
Punti interrogativi, negoziazioni facili, speranze malinconiche,
sentimenti messi dentro ad una favola reale
che ci fa esseri pensanti.
Sono tornato a respirare la primavera sorridente,
senza ripensare più di tanto al tempo che passa.
Ero tornato al presente, qui ora e per sempre.