Lo stesso processo lo riscontrai anni fa con la rassegna “Musica della Scuola”. Le scuole erano felici di partecipare ma gli amministratori o la classe dirigente, non hanno mai capito fino in fondo quale fosse il valore di un momento di confronto fra realtà scolastiche provenienti da altre parti della Penisola, non hanno mai considerato l’introduzione diretta di risorse, “know how” individuale e qualità del rapporto sociale generato.
La crescita di quell’iniziativa fu comunque evidente nel lungo periodo! Il paradosso è che oggi, viceversa i valori vengono paradossalmente centrifugati dentro schemi indotti dalla frenesia dell’iper consumo dove tutto ha un prezzo ma niente acquisisce vero valore, tutto viene preso per scontato insieme all’uscita dalla “Pandemia” pertanto l’idea di emancipare una società attraverso lo scambio e il confronto delle persone in quanto tali non è nemmeno preso in considerazione.
Paradossalmente però il tentativo di poter abbinare la felicità al proprio lavoro è sempre più improbabile, questa cosa è lampante da anni, basta girarsi intorno e chiedere quanto la gente sia soddisfatta di quello che fa.
In generale in tutto l’occidente la situazione credo sia similare, pertanto occorre iniziare a riconsiderare altre forme di misurazione economica avvicinabili alle attuali. Il paradosso è che questi concetti sembra averli capiti adesso in parte addirittura la Germania attivando ausili a fondo perduto diretti alle persone fisiche.