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La bella sensazione di fare qualcosa di utile.

Lampade in pasta di marmo di Fabrizio Savi

Lanzo Torinese – Sai quei giorni in cui lavori contento? Quando vedi la gente felice di creare qualcosa di armonioso con le proprie mani. Succede di captare queste sensazioni se vedi chi ti stupisce per capacità e consapevolezza nel riuscire a “creare”. Qualche volta ancora succede. Sensazioni e armonie che escono dal lavoro degli artigiani e degli artisti. Come le Lampade di Fabrizio che sono “filigrane” di marmo, dolci contrasti, giochi di luce nei pezzi unici che crea dalla polvere. Il vetro che non bolle mai di Mauro Puccitelli. Uno che facendo conto sul proprio lume (fiammella ultra silenziosa, suo ovviamente il brevetto e anche la fattura) e soprattutto sulle proprie mani, da un’espressione umana o comunque artistica ai vetri colorati che modella, e che soffia, ognuno con un effetto diverso, unico. Le “rinate” ceramiche antiche del piccolo e fantastico borgo di Esanatoglia elaborate e modellate dalle mani di una giovane artista artigiana che nel centro storico del paese ha una bottega di nome “Atipico”, giusto contrasto, almeno nel nome, alla oramai disorientante omogeneità “tipica” (questa si) della globalizzazione. 

Il maggiordomo e la scala di Mimmo Laganà

Pezzi che richiamano in parte la sintesi della ricca produzione artigianale presente nella Provincia di Macerata. Pezzi unici della produzione artigianale ma anche di quella enogastronomica. Farine di granturco quarantino del Cav. Bertini, Verdicchio di Matelica e olii di finissima qualità, dall’extravergine agli unici monovarietali di piccole aziende come “La Collina Incantata” di San Severino Marche. Questa è stata la selezione di “pezzi” della nostra tradizione.

Creazioni in vetro soffiato di Mauro Puccitelli

Lassù a Lanzo vicino alla reggia di Venaria, sontuosa e da poco riaperta al pubblico, ci sono ancora gli intagliatori del legno, artigiani che creano con le loro mani vere e proprie opere d’arte usando tecniche di scultura tramandate da generazioni per risultati comunque sorprendenti. Poi capita che conosci un artista, uno che, usando rispetto e un carisma semplice e naturale, dato dalla sua spontanea propensione al prossimo, ti racconta che comunque ognuno di noi trova vero relax sopra la tazza del cesso, detentrice di vero potere, poiché tutti abbiamo bisogno di lei. Come dargli torto.

La "bicicletta sidecar" di Mimmo Laganà

 Un artista che ti parla così schietto va ascoltato e approfondito. Siamo stati parecchio del tempo in fiera a parlare di arte. Ho visitato il suo atelier. Mi è piaciuto moltissimo. Lui mi ha raccontato che “Gianni” (così chiamava lui l’Avvocato) ha lasciato parecchi dei suoi pezzi in eredità a Lapo, Luca, Jhon ecc. Ogni tanto Gianni andava, a bottega a trovarlo, naturalmente  in incognito e provavano anche a fare qualcosa insieme. “Era un uomo estremamente affabile e, quando si stava insieme non faceva mai pesare la sua notorietà.”

Una lezione sugli uomini le loro aspettative, la libertà, l’umiltà come valore intrinseco al rispetto umano, al di la dei soldi o altro. Mimmo Laganà è così, un artista vero, un uomo umile, alla ricerca di un nuovo senso da dare ad oggetti che a prima vista, sembrerebbero non avere più senso.

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