“Fate i Fioretti” è un ossimoro per l’artigiano che vi voglio raccontare perché in effetti le tentazioni gastronomiche entrando dentro la bottega sono molte. Passata la porta del ponte, subito dopo avere attraversato il millenario ponte del diavolo di Tolentino, a mezza costa quasi come a darti il benvenuto nel centro storico, si trova la bottega di questo “generi alimentari” storico.
Un vero e proprio negozio di un tempo, la bottega di paese riproposta in chiave continuativa e contemporanea, in linea con la tradizione riuscendo a rinnovar se stessa, senza staccarsi dalla continua ricerca di identità golose particolari, ne stimola la proposta e mantiene integro l’equilibrio con ciò che il territorio circostante riesce a produrre.
Fioretti è luogo gastronomico di paese, enfasi di storie tradizionali locali che diventano pretesto per aperitivi o cenette diverse in un percorso completo di “panini sfiziosi”. Ma non pensate ad un “fast food” quando entrate da Fioretti, piuttosto prendete spunto da quel bancone e anche dai panini, per tirare fuori accostamenti utili alle prossime ricette che vorrete fare a casa.
La simpatia e la competenza di Andrea vi aiuterà sicuramente a trovare spunti e nuove storie da raccontar gustando.
Quindi Fioretti è il luogo adatto dove ridare tempo al tempo, in una pausa veloce ma non frenetica, se poi non riuscite a stare senza stress, per quello c’è sempre il fast food.
Con un approccio di stile e sostanza, consiglio di assaggiare il suo “Maiuscolo” un salame morbido pluripremiato che merita il suo nome perché è di gran lunga migliore di molti “ciauscoli” in commercio, non fosse altro che per l’equilibrio di gusto e lo scarso uso di conservanti chimici. Seduti sull’altalena interna o comodi davanti la sua vetrina ci si immerge dentro l’atmosfera di paese che forse non è mai cambiato nella sua essenza da quel 1982 quando l’Italia era campione del mondo di calcio e suo padre Giancarlo aprì bottega con la consapevole esigenza di farne un punto di riferimento per la tradizione locale.
Finita la pausa golosa raccogliete le energie e continuate a salire la via che porta al centro di Tolentino, visitate San Nicola dove sarà facile in parte scontare il peccato di gola, facendovi pervadere da stupore per gli occhi alzando lo sguardo fra le tre navate del duomo, e forse se non in restauro anche visitando gli affreschi del monastero. Poi però continuate il passeggio verso il centro perché di lì a poco il viottolo finisce e lo sguardo rimane piacevolmente incantato dall’eleganza della piazza centrale, che nonostante le impalcature, riesce a trasmettere ancora quel fascino calmo ed equilibrato di cittadina ordinata, cosciente e sobria, come la sua gente dell’entroterra, piena di contrasti autentici fra palazzi in stile liberty, chiese e altre strutture medioevali.
Una passeggiata interessante per me è stata quella di perdermi fra i vicoli stretti della parte vecchia, che ho scoperto chiamarsi “Il Fondaccio” dove si trovano palazzi caratteristici e si riscopre il profumo sempre fresco di paese.
Sotto al rintocco deciso di quell’orologio particolare sulla torre che forse è unico in Italia, Tolentino resta ed è un luogo da scoprire lentamente.