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Recanati sabato era vestita di luce sobria, la classica “referina” di paese di collina, ma di certo un paese diverso da molti altri, un “natio borgo selvaggio” che nel bene e nel male rispecchia il suo artista e poeta più discusso e studiato di tutti i tempi, Giacomo Leopardi.

 

In un’atmosfera che ne racchiude tutti i contrasti, ho respirato questa cittadina a pieni polmoni, non tanto e non solo per quell’aria pungente di prima sera, ma anche per l’atmosfera elegante che hanno le sue vie e la sua piazza.

Recanati, la piazza e la torre antica
Recanati, la piazza e la torre antica

Quel borgo è ispiratore di emozioni poetiche, l’ho inteso ed annusato in quel sabato sera tranquillo, dall’atmosfera paesana circondata da una bella eleganza mantenuta nei suoi palazzi storici, contrastata da un senso dell’accoglienza ruvido e genuino che caratterizza da sempre la tempra dei paesi marchigiani.
Recanati è anche la città che racchiude il senso pratico della musica, una parte della grande industria musicale italiana di qualità trova sede proprio in questo luogo.

 

La prima del “Gigli Opera Festival” mi ha positivamente emozionato, per il suo senso di rendere popolare la lirica, che nasce da sensazioni appunto popolari, e per questo motivo, ho deciso di rendergli omaggio qui, con questo racconto.

La facciata del teatro "Persiani"
La facciata del teatro "Persiani"

Quest’anno ricorrono i 130 anni dalla nascita di Beniamino Gigli, che nacque a Recanati il 20 Marzo del 1890.

Il tenore fece il suo debutto il 26 novembre del 1920 al Metropolitan di New York con “Mefistofele”, già diretto addirittura da Arturo Toscanini alla Scala di Milano due anni prima. 

 

Questa presenza oltre oceano, segnò la continuazione della tradizione lirica Italiana in ambito internazionale, e aprì il sipario di questo artista straordinario e riconosciuto come icona dell’opera in ambito mondiale. Il tenore di “Mamma” è stato un interprete formidabile, consacrando e dando continuità a quelle sonorità musicali di cui noi italiani dovremmo essere consapevoli affettivamente prima ancora che culturalmente. 

 

L’opera è nata grazie alla straordinaria passione di artisti che hanno cercato nel tempo di creare un qualcosa che si avvicinasse alla purezza più assoluta, alla capacità umana, artistica e tecnica di produrre armonie immortali come poche altre sinfonie o stili musicali sono riusciti mai a fare. 

 

Per questo la Lirica è forse qualcosa in più della musica, è sensazione e ricerca dell’altrove partendo da fatti terreni. In questo senso la scelta del maestro Riccardo Serenelli di debuttare in questo “Gigli Opera Festival – 2020” proprio con la Boheme di Puccini è stata una mossa molto sensata.

B. Gigli in un ritratto nel teatro Persiani.
B. Gigli in un ritratto nel teatro Persiani.

Le storie intrecciate di un poeta ed un pittore, abitanti nella stessa soffitta, e due donne, una Mimì la protagonista malata e docile, innamorata di Rodolfo il poeta e l’altra Musetta, una donna piena di vita e di vizi più o meno condivisibili, contestualizzano da diversi punti di vista i sogni e la ricerca di qualcosa che possa allargare il senso della vita, colmandola di gesti umani, non a caso immateriali e sublimi, propri dello stile appunto Bohemien degli artisti di soffitta nella Parigi dell’ottocento. 

Una storia che racconta la vita e la sublima attraverso l’opera, lo stile di Puccini che con le sue musiche introduce uno stile che fu poi ripreso per le colonne sonore dei film, come ha sottolineato bene lo stesso direttore Serenelli.

Molto coinvolgente l’aspetto del racconto narrato ed interposto nei cambi scena alla fine di ogni atto, insieme al coinvolgimento del pubblico con i cantanti, tutti giovani e bravissimi che cantano scendendo a volte dal palco, segno palese che ogni espressione teatrale può essere di tutti. Inoltre, in un periodo dove la musica sembra non produrre più niente di interessante, l’anticonformismo e la professionalità con cui ho assistito a quest’opera mi ha avvicinato alla Lirica, per il taglio reso alle emozioni e la qualità anche delle musiche dell’orchestra del “Decimino Gigli”. 

Usciti dal teatro Persiani, l’aria si era riscaldata, anche la “referina” era sparita, la piazza dove è centrale la statua di Leopardi, all’ombra della “torre antica”, sembrava luccicare, la gente nei bar, facevano da cornice ad un tranquillo ritorno a casa.

L'inchino degli artisti e l'orchestra.
L'inchino degli artisti e l'orchestra.

Adesso invece, mentre scrivo, alzo il coperchio del giradischi, sopra al fruscio di fondo le note senza tempo di una lirica di tanto tempo fa, grazie “GOF”, forse oggi capisco meglio il valore dell’opera lirica.

La prossima data sarà il 20 marzo 2020  con “Tosca” –
Ecco il link con i contatti – “Villa Incanto” –

Locandina del "Gigli Opera Festival" -2020 -
Locandina del "Gigli Opera Festival" -2020 -
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