In tempi non sospetti si è reinventato il “Vissuscolo” per rimarcare appartenenza territoriale ed identità ad un patrimonio comune di tutti i vissani e tutti i marchigiani, il ciauscolo.
Lui insieme al figlio Samuele, come pochi altri norcini di quelle zone, senza perdersi d’animo, hanno ripreso forza e coraggio ed oggi la bottega è riaperta poco fuori il centro storico del paese nello stabile della “Compagnia dei Maestri Artigiani”.
Questa norcineria ha retto i colpi, tanti anche prima del sisma, è stata un elemento di promozione per il territorio, citato dal “Financial Times”, “slow food” oltre che dalle migliori guide gastronomiche italiane. Lui sta li con la semplicità furba di chi riesce con orgoglio a vivere con un territorio stupendo quanto insidioso.
Passata questa ennesima sciagura pandemica, tornare a Visso sarà una delle prime cose che farò, oltre l’aria fresca degli odori della montagna anche se il centro sarà ancora tutto zona rossa, quei sapori e quei mestieri, dovranno salvarsi perché sono economie fragili ma di indispensabile valore aggiunto per quel territorio.