Mentre torniamo lentamente alla normalità, mascherina e distanziamenti sociali permettendo, mi sono detto, perché non andare a vedere cosa sia questo Giardino delle Farfalle vicino Cessapalombo?
Al telefono o via internet ci facciamo spesso delle domande, con una mia amica giornalista che sta vicino col cuore a queste piccole realtà agricole del territorio, su come sia la sopravvivenza possibile di questi fragili anelli di economia reale, che è vitale ma allo stesso tempo molto delicata.
Mi è salita la curiosità, già coltivata da tempo, dalle sparute notizie di chi era passato in quella zona prima di me, e, da quella bella farfalla che si trova al suo ingresso visibile da bordo strada.
Niente a che vedere con il thriller omonimo di Dot Hutchison, perché l’ambiente è davvero spettacolare e soprattutto Patrizio e Fabiana sono molto gentili, veramente appassionati e competenti. Li ho chiamati per una mia curiosità il giorno prima, visto che il parco e l’attività è ancora chiusa al pubblico, però mi hanno accolto con la franchezza ruvida e leale delle Marche ed il sorriso sincero e gentile dell’Emilia Romagna.
Patrizio infatti è originario di Cessapalombo ed innamorato del suo territorio al punto tale che il suo orgoglio marchigiano ha conquistato anche Fabiana che si è trapiantata dall’Emilia a Cessapalombo per gestire e far “rifiorire” questo bel progetto. Ho potuto vedere una bellissima realtà curata nonostante il terremoto che mostra ancora le sue ferite aperte. La struttura centrale in muratura è inagibile ed in attesa di ricostruzione, ora delocalizzata in un prefabbricato adiacente, molto accogliente.
Interessanti anche le altre piccole strutture in legno dove a scopo didattico si allevano bachi, la serra emozionale, ed il museo delle farfalle, con bellissimi e rari esemplari.
Purtroppo il recente blocco per la Pandemia e la conseguente chiusura forzata ha sottratto al “giardino” uno dei suoi proventi principali, le gite scolastiche di Maggio, in soldoni un buon 80% dei ricavi per la manutenzione e la sopravvivenza di quest’oasi davvero unica. Tuttavia Fabiana e Patrizio non si perdono d’animo, infatti il luogo è curato sotto ogni punto di vista.
Unico in Italia come attrattiva nel suo genere perché non intende richiamare prioritariamente i visitatori e i turisti ma deve essere “intrigante” soprattutto per le farfalle che qui non sono allevate in gabbie o reticoli, ma trovano liberamente l’ambiente naturale ideale dove posarsi, scegliendo loro stesse di viverci, pensate che spettacolo. Chiaramente tutto questo è reso possibile dal contesto del parco nazionale dei Monti Sibillini che conta circa 851 specie diverse di farfalle al suo interno, una delle concentrazioni più alte di biodiversità per tipo di fauna selvatica dell’intero continente. Tenere in vita posti come questo giardino è importante oltre allo scopo didattico che rappresenta, anche perché è uno di quei luoghi dove appare chiaro quale sia il giusto senso della misura, l’equilibrio perfetto tra natura e uomo, mai invasiva, ma semmai propulsiva per entrambi.
Infatti se tutto il parco è un’oasi di straordinaria bellezza naturale, il “giardino delle Farfalle” ne sintetizza l’essenza, i viottoli, l’orto botanico con i frutti dimenticati, mela rosa, nespolo, e altre tipologie di piante autoctone, messe a dimora rispettando le dinamiche ambientali grazie allo straordinario apporto messo in opera dall’uomo, e, forse non è un caso che si trovi proprio in mezzo alla cosiddetta via francescana. Trasferire l’armonia perfetta sotto la coscienza scientifico botanica ed olistica, che armonizza il tutto e tende a sperimentare, permessi permettendo, forme naturalistiche di ospitalità diffusa come il progetto “silva pagus”.
Una straordinaria armonia che deve fare i conti purtroppo con un’innaturale burocrazia la quale paradossalmente sembra rendere quasi antieconomica un’attività così essenziale. Sembra assurdo ma è così, infatti questo giardino a seguito della doppia crisi subita nel giro di un periodo di poco più di 4 anni circa, cerca di rialzarsi in maniera dignitosa ma non senza difficoltà. Per la riapertura Fabiana e Patrizio si stanno inventando nuovi modi di visita al parco con i dovuti distanziamenti sociali ed il “cestino del giardino” dove ci saranno assaggi di tutti i prodotti preparati presso il loro ristoro, soprattutto la pizza gourmet fatta con impasto di lievito madre, farine ed erbe locali.
Un giardino che alleggerisce corpo ed anima, dove una visita diviene obbligatoria con rispetto ed una certa dose di leggerezza, scandita qua e la dal battito di ali delle farfalle.
La riapertura è prevista per il 6 giugno. Per la visita occorre la prenotazione. Di seguito i contatti.