Quando il cinema era un fattore di contenuto più che di effetti speciali, la pellicola era magia di contrasti, le immagini narravano aspetti di realtà o fantasia, costruiti per far riflettere, emozionare e arricchire culturalmente lo spettatoreL’Italia che avanzava nel mondo per ricchezza di generi cinematografici ed in assenza di strumenti, che costringevano a usare dosi massicce di cultura ed inventiva, insomma creatività e capacità artistiche pure.Pochi mezzi ma tanti messaggi, pensati e introdotti con cura nella costruzione del soggetto, dalla regia, alla fotografia, dalla sinossi alla sceneggiatura. I limiti della tecnologia imponevano una visione culturale anziché commerciale. La “macchina da presa” e la sua pellicola a 35mm (info wikipedia)e (info treccani), erano contenitori preziosi di un lavoro maniacale e organizzato nei minimi dettagli. Un omaggio a quel cinema del passato ancora in grado di leggere il presente. Alcuni dei film recensiti in questa rubrica sono in libera visione su internet.
Di seguito i film recensiti
Come primo film abbiamo scelto “La moglie più bella”, un film di Damiano Damiani del 1970, per due motivi principali. Il primo perché è stato girato a Cinisi e territori circostanti, devastati nel 1968 dal terremoto del Belice
Il film parla di come sia stato possibile plagiare le menti del popolo a livello globale, in maniera subdola e furtiva da parte delle istituzioni ed organizzazioni multinazionali.