Camille Relvas mi ha mandato dal Brasile questa poesia che pubblico per tre motivi. Il primo perché il titolo racconta in parte anche come sono, cioè spesso sulla Luna, il secondo perché emana dolcezza, ed il terzo, perché oggi c’è la superluna.
A seguire il pezzo in italiano e portoghese.
(la foto di copertina è di Camille, l’ha scattata in Brasile.
“Se io fossi sulla Luna”
Se io fossi sulla Luna
Guarderei la Terra con i miei occhi
Con lo sguardo argenteo
ammirerei tutte quelle luci
Che sono state inventate dall’uomo
Prestate da loro,
Proprio come il Sole
Che presta alla luna la sua luce
Senza aspettare per la ricompensa.
Da lontano, non la tocca, l’ammira.
L’uomo sulla Luna fece un passo
esplorativo, segnante, invadente.
Dalla Terra, vedo:
Cos’è stato, cos’è adesso.
Quante impronte di civilizzazione
Quante perplessità
La Terra e la Luna
Hanno i loro giorni di buio
Ma possiamo ricordare le loro bellezze
Anche quando arriva l’oscurità.
Due facce
Chiara e scura
Esposta, nascosta
Visibile, invisibile
Sempre presente
Anche senza percepire
Ricorda che l‘unica luce
Che è davvero importante
Che ci fa ogni istante,
Dubitare di tutto,
È la luce della conoscenza.
Camille Relvas.
“Se Eu Fosse à Lua”
Se eu fosse à Lua
Olharia para a Terra
Com o olhar argênteo
admiraria todas aquelas luzes
Que foram inventadas pelo Homem
Emprestadas a ela.
Assim como o Sol
que para a Lua sua luz empresta
Sem esperar recompensa
De longe, não a toca, a admira.
O Homem na Lua pisou
Explorou, invadiu, marcou.
E na Terra, vejo:
Assim foi, assim é.
Quantas marcas da civilização
Quantas perplexidades.
Terra e Lua
Têm seus dias de escuridão
Podemos saber de suas belezas
Mesmo quando a penumbra chega.
Duas faces:
Clara, escura
Exposta, escondida
Visível, invisível
Sempre presentes
Mesmo sem enxergá-las
Lembra que a única luz
Que importa realmente
Que nos faz duvidar
de tudo, a cada momento,
É a luz do conhecimento.
Camille Relvas.