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Oggi un mio amico mi ha inviata questa sua considerazione a seguito del pezzo “Dubbi Virali”, mi è piaciuta molto la sua considerazione, perché anche per me la speranza sta nel dubbio. 

Mantenere un pensiero critico e non ragionare sempre e solo per dogmi è comunque segno di emancipazione.

"il dubbio" - Foto di photosforyou da Pixabay
"il dubbio" - Foto di photosforyou da Pixabay

“A me sembra che ci sparano e non vediamo ne conosciamo il cecchino, ne siamo in grado di metterci a riparo, e non si riesce per niente bene a mettersi a riparo dal proiettile, il paese va lasciato nel dubbio, perché dietro al dubbio c’è la speranza che quel proiettile sarà fermato in futuro ma qualcuno viene colpito e muore, non si può fare a meno di vedere l’impotenza dietro a tutto questo insinuare che siamo in grado di risolvere la situazione, che in casa chiusi tra quattro mura possiamo stare tranquilli, la borsa non è chiusa perché se la chiudono dimostrano qualcosa che non vogliamo, che il paese è paralizzato, il dubbio da speranze, i dati catastrofici sono dimostrazione che abbiamo bisogno di aiuto, sia quelli borsistici che analitici dell’OMS, all’inizio mi facevo domande e sospetti bellici, e cercavo il cecchino, chiuso in casa, vorrei capire se le difese dal proiettile del cecchino invisibile siano evitabili, se si come? Questa è la domanda… La questione da risolvere più concreta. Le operazioni politiche spiegate come un bollettino dei decreti, enunciato in edizione straordinaria senza tante precisazioni, non chiarisce la situazione, il dubbio, fonte di speranza dello stesso e nella possibilità prossima concreta, solo in un futuro invisibile al momento, non da certezze, non da sicurezze, i dati stessi neanche, in un mondo che apparentemente dovrebbe essere all’avanguardia su tutti i livelli, la strategia del dubbio inizia ad essere snervante e deludente, per quanto aimé funzionale. Le domande sono infinite esternate od interiorizzate fomentano, alimentano la strategia stessa del dubbio, strategia che come già ho scritto diventa con il tempo più patologia che terapia. Vorrei essere positivo ma il dubbio ormai è insinuato in profondo in ognuno di noi, tale dubbio ci salva e ci stupra, l’assenza di risposte non blocca la ricerca delle risposte ma sospende le domande in quel limbo che avrà fine solo in un futuro dove le risposte arriveranno.

Cecchina con il Dobermann - Foto di Yama Zsuzsanna Márkus da Pixabay
Cecchina con il Dobermann - Foto di Yama Zsuzsanna Márkus da Pixabay

Chi è il cecchino? Chi ha causato il virus…? Un animale, un paziente zero, un paese, un’azienda multinazionale od una strana associazione connessa a qualche potente che commercia fiale assassine con il miglior offerente? Le domande rispondono alle domande, ancora da mangiare al nostro salvatore dubbio, come ci si protegge dal proiettile (covid19)? Il nostro giubbetto antiproiettile è la mascherina e la distanza di sicurezza o le quattro mura che ci circondano? Siamo al sicuro con queste misure? Questa strategia che lascia nel limbo della speranza, speranza fatta di domande e dubbi, davvero è salvifica ed unica possibilità attuale? Il proiettile viaggia è dietro ed intorno a noi, ci minaccia, ci segue, in decine di migliaia di casi ci colpisce, in alcune migliaia ci uccide, lo vediamo sappiamo più o meno com’è fatto, ma se ci raggiunge? Niente cura e niente vaccino, i dati critici, statistici, preoccupanti,servono a noi? agli economisti? La borsa non è chiusa per avere dati sulla crisi creatasi e per fare la classifica dei danni del proiettile, forse, atti a sensibilizzare la BCE sperando nell’aiuto di un’Europa che non c’é che aiuta i ricchi con i conti apposto a discapito di paesi che senza aiuto sono sempre più poveri, l’egoismo sociale del vecchio continente, conduce all’isolazionismo politico ed all’autonomia, un inquietante messaggio di disumanità e di fallimenti di un’Unione Europea che sempre meno ha l’aspetto di un’unione concreta sociale ed umana ma solo un operazione economica sperimentale riuscita male che funziona solo per chi il capitale già ce l’aveva, che non risolleva i popoli ma li affossa nelle loro crisi. Resistiamo al dubbio, con il dubbio, resistiamo ai cedimenti, non lasciamoci andare, perché il cedimento è il male più grande, indipendentemente dal fatto se siamo un primo ministro od un povero comune cittadino, cedere al dubbio creerebbe condizioni di crisi internazionali od individuali più o meno gravi, non cediamo al delirio, non esauriamo forza ed energia che con tutto questo dubbio lascia quella speranza nel futuro, in noi stessi ed in un mondo che lotta, non solo per salvarsi ma anche per migliorarsi, che anche se isolati in quarantena non siamo soli, ne in conflitto, liberiamoci da ogni egoismo, e paura, usando tutte queste domande e dubbi per migliorare come esseri umani, comunità organizzazioni sia nei metodi sia nel rapportarci con gli altri e con il mondo.

Dubbio e natura - Foto di Linus Schütz da Pixabay
Dubbio e natura - Foto di Linus Schütz da Pixabay

Speriamo che questa speranza non ci conduca all’odio reciproco ma apra ad un concetto umano vicino, lontano, tra i singoli o tra paesi migliore, invitando chi sa e chi può, a trovare un dialogo, un qualcosa di migliore del dubbio, per dare speranza a tutti. Che non siano boicottaggio, schieramenti militari, nazionalismi della peggior specie, od operazioni economiche più o meno speculative a salvarci, ma qualcosa in più, che aimé in un clima apocalittico, quasi disumano resta in questo dubbio pieno di speranze.”

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