Tenuta Cancaleo, gli Alfieri dell’accoglienza. Oggi voglio raccontare una parte del viaggio che questa estate mi ha portato in Sicilia. Terra meravigliosa, gente estremamente cordiale e con uno spirito veramente dedito all’ospitalità. Forse è proprio per questo che da qualche anno il mondo si è accorto di questi luoghi straordinari e l’isola sta registrando un boom di arrivi davvero notevole.
La famiglia Alfieri possedeva uno dei feudi più grandi della zona fino ad arrivare ad un altra Contrada, San Basilio, da dove proviene il titolo nobiliare. “Il terreno dove si trova oggi l’agriturismo, – mi racconta Tania – era coltivato interamente a vigneto ed ogni caseggiato conteneva e contiene ancora, un palmento perché i mezzadri (quelli che coltivavano la terra e poi davano metà raccolto alla famiglia) erano parecchi, la vendemmia durava mesi e le varietà di uve erano diverse; con l’andare dal tempo i mezzadri si sono estinti, il costo della manodopera aumentato ed il prezzo dell’uva è sceso, così si pensò ad un altra cultura come il mandorlo che richiedeva meno acqua e manodopera.”
Oggi la tenuta Cancaleo è un “feudo di accoglienza”. Ottimale per chi viaggia disegnando le proprie rotte su posti elegantemente selvaggi, come questa parte di estremo sud dell’Italia. Ricordo di aver trascorso momenti bellissimi, sul territorio del comune di Ispica e a due passi dalle punte più estreme e d’Italia, ancora fortunatamente visitate ma non invase, perché qui ci vieni se hai la voglia di tenere per mano la curiosità, se cerchi qualche momento di luce colorata, soprattutto per rischiararti l’anima.
Ospitalità fresca ed accogliente insieme ai prodotti ottimi, anche perché tutti provenienti da terreni propri. Un’inversione aziendale fatta negli anni e nella rinnovata scoperta del contatto diretto con la terra, le bottiglie di vino prodotte oggi dall’azienda sono in quantità estremamente ridotta.
La riconversione in agriturismo è stata fatta in maniera ottimale, mantenendo evidente la struttura originaria, piena di quel fascino di nobiltà contadina, che richiama al profumo di mosto fresco, pestato sul mezzanino sopra gli archi dove poi veniva raccolto per essere versato nelle botti ad attendere la sua trasformazione. La cantina è la stessa del passato, la sala della pigiatura, le attrezzature della vendemmia sono ancora lì, anche se gli spazi adesso sono adatti ad accogliere i viandanti. Parlando con Tania, quasi si percepisce soprattutto quando parla dei suoi vini, che, quel “nettare” di famiglia te lo devi meritare e non è una questione di prezzo, ma qualcosa di più profondo, sentimentale, un pezzo di storia familiare, un elemento prezioso perché essenza di quelle terre.
La bellezza di questa gente sta nell’essere accoglienti proprio perché innamorati della propria terra e quindi predisposti a capire quanto sia allo stesso tempo semplicemente reale la voglia di condividere per il tempo di un viaggio, questi paesaggi magnifici.
Straordinaria a 5 minuti da li è punta Cirica, uno spettacolo emozionante che si raggiunge superando un piccolo borgo semi abbandonato, al cui confine si apre un panorama straordinario e quasi incontaminato. Marzamemi che da qui sta a non più di mezz’ora di auto, offre una visione elegantemente ruvida, la vecchia tonnara e la chiesa fanno da contorno ad una piazza ricca fascino, mentre i tanti piccoli locali, che si accendono al tramonto, punteggiano il paese colmandolo di ricchezze identitarie. Un ricordo ben saldo verso le radici di una terra spesso convulsa, anche per questo piena di storia e di esperienze da narrare.
info: Tenuta Cancaleo
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