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Come facciamo a pensare di vivere ancora in un mondo solidale davvero?

Palden Gyatso ha passato trentatré lunghissimi anni nelle carceri cinesi. Porta sulla pelle il suo calvario. Nessuno meglio di questo monaco buddista ormai anziano e dolente incarna la sofferenza ma anche la straordinaria resistenza del Tibet. E’ quasi sordo e cammina a fatica, ma il suo corpo massacrato è abitato dalla dolcezza himalayana. Ha uno sguardo magnetico.

“La mia storia dimostra che gli occidentali, se lo vogliono, possono provocare dei cambiamenti. Purtroppo, molti Paesi democratici oggi sembrano interessati solo al denaro e agli affari. I diritti umani non contano più niente. Tutto questo è molto pericoloso. In Tibet c’è un’espressione che dice: “Dare i soldi sulla punta del coltello”. È quello che sta avvenendo. La Cina è potente, e noi abbiamo soltanto la forza della verità”.

Ho postato questo pezzo perchè credo sia importante, ognuno a suo modo, fare qualcosa di utile per questi popoli limitati della loro libertà.

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Perché questo blog

Questo blog è nato per la passione di assaporare, vivere e mettere a frutto esperienze, di cose, di luoghi ma soprattutto di persone, che ho potuto incontrare, percorsi che ho battuto, da solo o insieme ad altra gente.

Sono appassionato di arte, ogni tanto dipingo, “invento” oggetti, qualche cimelio provo a restaurarlo.

La mia passione grande che provo a condividere in questo blog, è quella del racconto anche attraverso le immagini.

Ho una grande passione per la cucina di territorio e per i prodotti identitari e rispetto chi, senza ipocrisie li tutela, perché sono una grande forma d’arte.

Sono in grado di stilare progetti e strategie di comunicazione integrata, conosco i meccanismi del Marketing Territoriale, perché è lo strumento con cui riuscire a condividere al meglio l’unicità che hanno determinati paesi, luoghi e paesaggi, che spesso visito per meravigliarmi della loro essenza semplice e straordinaria.

Ho redatto progetti importanti che hanno raggiunto gli obiettivi prefissati.

Ho la ferma convinzione che le “identità particolari” siano qualcosa di prezioso da tutelare e proteggere finché saremo in tempo a farlo.

La tecnologia ci da la possibilità di essere tutti più connessi, ma troppo spesso oramai, ci fa dimenticare la sostanza delle piccole cose, dove si cela, viceversa, la bellezza e la forza meravigliosa del racconto.

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