Come facciamo a pensare di vivere ancora in un mondo solidale davvero?
Palden Gyatso ha passato trentatré lunghissimi anni nelle carceri cinesi. Porta sulla pelle il suo calvario. Nessuno meglio di questo monaco buddista ormai anziano e dolente incarna la sofferenza ma anche la straordinaria resistenza del Tibet. E’ quasi sordo e cammina a fatica, ma il suo corpo massacrato è abitato dalla dolcezza himalayana. Ha uno sguardo magnetico.
“La mia storia dimostra che gli occidentali, se lo vogliono, possono provocare dei cambiamenti. Purtroppo, molti Paesi democratici oggi sembrano interessati solo al denaro e agli affari. I diritti umani non contano più niente. Tutto questo è molto pericoloso. In Tibet c’è un’espressione che dice: “Dare i soldi sulla punta del coltello”. È quello che sta avvenendo. La Cina è potente, e noi abbiamo soltanto la forza della verità”.
Ho postato questo pezzo perchè credo sia importante, ognuno a suo modo, fare qualcosa di utile per questi popoli limitati della loro libertà.
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