Riporto testualmente le parole di un maestro di musica e di vita, un grande amico mio e di tutti i ragazzi che hanno vissuto la splendida realtà di Musica della Scuola e che continueranno a viverla !!!
“Carissimi,
uno psicopedagogista mi ha detto un giorno:” In un gruppo classe gli elementi in grado di promuovere la motivazione, sono la qualità della relazione che i componenti del gruppo (insegnanti compresi) sono in grado di instaurare all’interno dell’aula e quanto le esperienze che vivono gli alunni sono significative per loro”
Posso affermare che Matelica è l’espressione vivente di quanto mi è stato detto e che ho fatto mio.
Ho visto ragazzi stringersi le mani, abbracciarsi, fare il tifo, lavorare duramente per raggiungere un obiettivo.
Questo perchè, a mio avviso, il progetto formativo nel quale erano ingaggiati era IL LORO PROGETTO FORMATIVO.
La manifestazione ha reso vivo il concetto che se i ragazzi sono in grado di scegliere il loro modo di imparare sono in grado di fare cose grandiose.
Nulla ti può appassionare di più che il perseguire obiettivi che tu stesso ti sei dato.
Oltre a questo si sono dovuti mettere in gioco si sono dovuti incontrare con altri ragazzi e hanno dovuto trovare le migliori strategie per intrecciare relazioni che dovevano rivelarsi efficaci al raggiungimento dei loro obiettivi.
A mio pare in questo modo hanno imparato molto,
hanno imparato ad ascoltare l’altro, ad accettare cose diverse da loro stessi e a superare le loro rigidità.
A Matelica ho visto molti prodotti musicali di livello altissimo, frutto di lavoro durissimo,che sono stati in grado di riempire un teatro come il Pier Marini.
Questo lavoro durissimo non li ha stremati ma li ha caricati di energia positiva e gli ha dato la possibilità di veder crescere e realizzarsi una idea, un sogno, una emozione in una parola LA MUSICA.
Ma la cosa emozionante per me era l’aria che si respirava per Matelica.
In ogni angolo c’era un suono, qualcuno che provava o faceva un concerto per la strada e la forza e la volgia di vivere, di suonare che avevano i ragazzi che ho incontrato sono state esperienze che mi hanno fatto a lungo riflettere.
Ho nostalgia di Matelica, ho nostalgia di rivivere quelle emozioni, e sono grato a Matelica perchè mi ha regalato due amici: Marco e Nora.
Perchè non far vivere un evento che funziona?
Perchè non permettere a centinaia di ragazzi di vivere emozioni?
Perchè privarli di un momento di formazione e crescita?
Rispondere a tutto questo è come rispondere alla domanda
Perchè c’è la guerra?”
Marco Iadeluca
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