Oggi è stata una bella giornata. Nonostante il buio pesto di questi ultimi giorni (chi mi conosce sa il perché) oggi sono riuscito ad uscire, passatemi il gioco di parole.
Ho potuto respirare l’aria fresca di primavera insieme a mia madre.
Oggi c’era la stessa aria di quando circa un mese fa abbiamo iniziato a girare il piccolo documentario per RIESCO Marche, la prima volta che insieme a Barbara ci siamo trovati ad inseguire con la “gimbal” e la videocamera accesa, un furgoncino di trasporto di una onlus che stava operando per il trasporto farmaci e pazienti.
L’ho ricordata col sorriso questa esperienza anche perché, ironia della sorte proprio oggi ho avuto la notizia che domani ci sarà la proiezione proprio di quel documentario che mi ha dato l’opportunità di vedere quanto ci sia di bello nella solidarietà dei miei conterranei, i marchigiani.
Gente solida soprattutto nell’animo di quelli che si danno da fare con lo spirito dei volontari.
Ho avuto la possibilità di vedere in questi ultimi tempi quanto ci sia di buono nelle persone che cercano di aiutare il prossimo nonostante il periodo, la pandemia, la sanità sfasciata e tutta la crisi che ne consegue e che qui, in questo pezzo di entroterra, sembra non finire mai, soprattutto da dopo il terremoto del 2016.
Rincuora quando scorri il sorriso e la volontà di chi opera per cercare di dare una mano, cerca di creare rete, fare sistema perché si possano moltiplicare gli effetti positivi della solidarietà.
Quando Barbara Olmai mi ha coinvolto nell’idea di raccontare in sintesi quello che questi operatori hanno fatto, da una parte ero entusiasta e dall’altra un po’ perplesso, sfiduciato come tanti, dubbioso nel senso di aiuto che semplici volontari potessero apportare sotto pandemia. Poi però ho visto con i miei occhi che tanta gente, non solo nelle città più grandi, per effetto del disagio portato a tutti i livelli dal virus e dai suoi effetti contenitivi avevano bisogno come l’acqua di essere messi in contatto fra loro, usando le soluzioni più efficienti ed efficaci, e che questa visione riesci ad applicarla solo ragionando con l’idea di agire solo ed esclusivamente per dare una mano al prossimo. Ho potuto osservare che il successo anche nei numeri di RIESCO Marche sta tutto qui, nell’apporto di lucida solidarietà dei volontari che hanno partecipato, consegnando pasti, medicinali, assistenza, dove vengono a mancare. Di sicuro non saranno arrivati dappertutto ma di certo hanno contribuito molto ad attutire il colpo grave che ha subito in questi ultimi tempi l’intera società.
Mi sento grato a chi mi ha dato questa bella opportunità e voglio scriverlo pubblicamente in questo mio “diario digitale”. Spero di essere “riuscito” insieme a Barbara, a sintetizzare al meglio quello che gli operatori del terzo settore hanno fatto in questo anno durissimo. Mi auguro che sia evidente la parte buona di chi si è speso senza chiedere niente in cambio. Una bella sensazione averli potuti raccontare per immagini. Con la speranza che sia di vostro gradimento.
Di seguito il link alla pagina dell’evento su Facebook.
No responses yet