Di seguito un pezzo di Sandro Carucci sulla situazione dei Centri Unici di Prenotazione. Quando la politica accresce i problemi!
“Finisce quell’interminabile odiosa prassi per la quale tu chiami e nessuno risponde e magari i telefoni sono intasati,…..qui no!” queste le parole dell’ assessore alla sanità della regione Marche Almerino Mezzolani, alla presentazione del nuovo Centro Unico Prenotazioni Regionale, qualche giorno prima della sua attuazione.
Un po’ troppo ottimista……..?
Il nuovo CUP regionale è stato avviato il 13 settembre scorso, dopo qualche giorno di sospensione delle prenotazione per prestazioni sanitarie, con la disattivazione del vecchio sistema allo scopo di far spazio al nuovo. Le grandi manovre non hanno portato ai risultati previsti e hanno avuto effetti disastrosi sull’utenza.
Si sono riscontrate immense difficoltà a prenotare alcune prestazioni.
Molti utenti si sono ritrovati presso le strutture con appuntamenti dati in contemporanea ad altri utenti, causa la sovrapposizione delle prenotazioni.
Molte prenotazioni effettuate prima dell’attuazione del nuovo sistema sono risultate perse (immaginate chi era in lista da mesi…..).
Problemi di origine tecnica hanno causato gravi difficoltà nella chiusura delle casse o nell’incassare alcuni pagamenti allo sportello.
Il numero verde del call center non è riuscito a far fronte alle chiamate, risultando quasi sempre occupato e quindi impossibilitato a prenotare, creando non pochi problemi alle persone anziane che hanno difficoltà a spostarsi, costrette nel migliore dei casi, per chi ne ha la possibilità, a rivolgersi a parenti o conoscenti.
L’ass. Mezzolani ha riferito che nel primo giorno sono arrivate più di 120mila telefonate, quando a regime dovremmo averne 60mila in un mese. Consapevoli del fatto che difficilmente uno telefona al cup solo per divertirsi……non sarà che sono stati fatti grossolani errori di comunicazione ed informazione riguardanti l’utilizzo del numero verde?
La spesa complessiva prevista per il servizio del CUP regionale è di circa 12 milioni di euro e a questa cifra si andranno a sommare le spese fatte per affrontare le problematiche esistenti create dal servizio stesso.
Per il personale addetto agli sportelli e all’utilizzo del nuovo sistema operativo (principalmente basato su sistema informatico), non è stata prevista alcuna formazione e non è stato previsto nemmeno il loro affiancamento a personale specializzato con funzioni, almeno nei primi giorni, di supporto tecnico.
Le difficoltà da parte del personale sono aumentate per l’assenza di filtri che potessero impedire l’errore umano in fase di prenotazione.
In una sorta di foga propagandistica si è deciso di smantellare il vecchio sistema e di immetterne uno nuovo, in tutta la regione, senza nessun passaggio intermedio. In una fase iniziale si sarebbe dovuto prevedere un inserimento graduale con l’attivazione del nuovo CUP in parallelo a quello vecchio, oppure con l’attivazione in porzioni di territorio più piccole, ad esempio in due o tre zone territoriali, consentendo l’espansione del sistema in tutta la regione solo dopo aver risolto le problematiche verificatesi in fase sperimentale.
Per cronaca riportiamo la notizia che l’avvocatura regionale ha bocciato il San Salvatore per appalto non rispettato e forse si andrà verso la revoca dello stesso, ma a differenza di molti non chiediamo la testa di nessuno, anche perché in un sistema sanitario dove i dirigenti, che dovrebbero essere tecnici assunti secondo noi tramite bando concorsuale, vengono nominati in base all’ appartenenza a partiti politici o alle correnti degli stessi sulla base “dell’equa spartizione delle poltrone”, saremmo degli sciocchi a credere che verrebbero colpiti i veri responsabili.
Circa un mese fa il Presidente della regione Spacca riferendosi al CUP unico regionale affermò: “Ci sarà un abbattimento dei tempi che riguardano le liste d’attesa”.
Su questo argomento ci sentiamo in obbligo di fare un po’ d’informazione in contrapposizione alla solita propaganda. I parametri che influiscono sulla lunghezza delle liste d’attesa sono 3:
1) il numero delle richieste di prestazione che è in relazione alle necessità della popolazione.
2) la quantità e la qualità dei mezzi tecnici e diagnostici presenti nelle strutture.
3) la quantità, l’efficienza e la distribuzione ( anche su turni lavorativi) del personale all’interno delle strutture.
La centralizzazione in fase di prenotazione favorisce solo l’equiparazione delle liste d’attesa su territorio regionale, sulla base della disponibilità di spostamento dell’utenza. Facciamo un esempio per essere più chiari: un utente della zona costiera vuol prenotare una visita specialistica a Civitanova M. dove sarebbe costretto ad aspettare due mesi, ma l’operatore informa il richiedente che la stessa prestazione potrebbe riceverla a San Severino M. entro un mese, così il cittadino che ha disponibilità di spostamento assottiglia una lista per incrementarne un’altra.
Concludiamo con un po’ d’ironia (dettata dall’amarezza), affermando che l’abbattimento delle liste d’attesa potrebbe realmente verificarsi nei casi in cui, stremato dalla difficoltà nel prenotare, il cittadino rinunci alla prestazione o decida di rivolgersi a strutture private.
Sandro Carucci
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