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Scuola di Ebolowa - Bambino ft. M.C.

Scuola di Ebolowa – Bambino ft. M.C.

Venerdì 8 maggio Ebolowa – Camerun

Siamo nella scuola per sordomuti, abbiamo percorso circa 120 chilometri a sud di Yaunde.

Qui visitiamo una struttura scolastica di bambini sordomuti.

Ce ne sono più o meno un centinaio, tra i 4 e i 16 anni alloggiati nel Foyer (viene chiamata così la struttura di ricovero e assistenza). Le classi sono molto ridotte, per motivi oggettivi non possono essere più grandi di 10 o 12 alunni per ogni stanza, piccolissime se confrontate a quelle delle scuole pubbliche che arrivano ad avere oltre 100 bambini ognuna.

Nella scuola ci sono; il direttore Thaddeus, una coordinatrice scolastica che insegna, un fisioterapista, dottori locali e vari insegnanti, che oltre a far lezione ai bambini si prendono cura di loro.

I costi annui effettivi, per mantenere tutta la struttura, sono di circa 30 mila euro. Se consideriamo che alcuni bambini pagano una retta annua, la cui somma copre di quasi 10 mila euro i costi totali, si deduce facilmente, quanto gli aiuti esterni siano davvero irrisori. Comunque a fine anno mancano ugualmente circa 5 mila euro per chiudere in pareggio.

Quando tocchi con mano queste realtà, viene da chiedersi dove possano perdersi gli aiuti umanitari delle grandi organizzazioni istituzionali e internazionali. Personalmente mi domando se chi permette questa dispersione, possa riuscire a guardarsi allo specchio quando si alza al mattino.

Comunque qui oltre al denaro, servirebbe molto altro; gli apparecchi acustici per alcuni bambini, ad esempio, potrebbero essere un buon aiuto per farli iniziare a parlare, ma stiamo in un posto del mondo, che è mancante di un sistema sanitario nazionale, e quindi è impossibile per queste genti potersi permettere l’acquisto di certa attrezzatura, se consideriamo poi che anche nel “Bel Paese” gli apparecchi acustici costano moltissimo.

Nonostante tutto qui i bambini svolgono moltissime attività con pochissimi mezzi a disposizione. Li ho visti leggere e scrivere e, addirittura ballare, cercando di stare a ritmo grazie alle semplici “vibrazioni” del suono riflesse negli oggetti che li circonda.

Anche se non riescono ad ascoltarla, la musica, la sentono!

Vedere lo stupore negli occhi dei bambini che ti osservano perché semplicemente diversi nel fisico, più scuri e più fragili, ma sicuramente con un chiarore limpido nell’animo che per un attimo rischiara anche i nostri sentimenti. Ricevere abbracci così forti e calorosi da questi dolci e fragili creature, ci ha trasferito una carica d’affetto indescrivibile ed infuso un calore umano indecifrabile.

In questo senso ci siamo sentiti dei privilegiati per essere li con loro, anche se per un giorno solo.

Insomma, qui ad Ebolowa, in mezzo a questi bambini, quando li vedi sorridere, con l’affetto che ti trasferiscono, ci lasci un pezzo di cuore.

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Questo blog è nato per la passione di assaporare, vivere e mettere a frutto esperienze, di cose, di luoghi ma soprattutto di persone, che ho potuto incontrare, percorsi che ho battuto, da solo o insieme ad altra gente.

Sono appassionato di arte, ogni tanto dipingo, “invento” oggetti, qualche cimelio provo a restaurarlo.

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Ho una grande passione per la cucina di territorio e per i prodotti identitari e rispetto chi, senza ipocrisie li tutela, perché sono una grande forma d’arte.

Sono in grado di stilare progetti e strategie di comunicazione integrata, conosco i meccanismi del Marketing Territoriale, perché è lo strumento con cui riuscire a condividere al meglio l’unicità che hanno determinati paesi, luoghi e paesaggi, che spesso visito per meravigliarmi della loro essenza semplice e straordinaria.

Ho redatto progetti importanti che hanno raggiunto gli obiettivi prefissati.

Ho la ferma convinzione che le “identità particolari” siano qualcosa di prezioso da tutelare e proteggere finché saremo in tempo a farlo.

La tecnologia ci da la possibilità di essere tutti più connessi, ma troppo spesso oramai, ci fa dimenticare la sostanza delle piccole cose, dove si cela, viceversa, la bellezza e la forza meravigliosa del racconto.

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