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Roccone di Esanatoglia
Oggi vi racconto una storia un po’ particolare che relaziona due aspetti, il restauro e l’integrazione culturale.
Panorama di Esanatoglia dal Roccone

Panorama di Esanatoglia dal Roccone

Ad Esanatoglia, paesino a pochi km da Matelica c’è un mastio difensivo che poggia in una collinetta poco al di sopra del centro abitato.

Certamente era una torre di avvistamento appartenente al sistema della cinta muraria difensiva trecentesca dell’antico complesso di Sant’Anatolia. Soprannominato da tutti “il Roccone” o “Lu Roccone”, è stato recentemente restaurato ad opera del comune stesso ed oggi risulta abbastanza raggiungibile.
Il progetto finale però è quello di piantare un ulivo nel mezzo del Roccone che fosse simbolo di convivenza pacifica fra i Paesi. Sotto l’ulivo la possibilità di lasciare testimonianza di passaggio delle esperienze di viaggio delle genti che passano per il piccolo paese dell’entroterra marchigiano. Lasciare un piccolo segno del passaggio, una bustina di terra prelevata dai luoghi nativi, un modo per confrontare le diverse identità, nel rispetto e nel dialogo.

Le mura e il paese...

Le mura e il paese…

Me ne parlò Pino ideatore del progetto di recupero e referente del comune, che per ora è stato effettuato solo in parte e sotto l’aspetto edilizio, manca quello della conoscenza, mi ha detto, quello del racconto di esperienze, di scambio nel rispetto fra le culture del mondo.
Il progetto finito oltre all’ulivo delle “terre del mondo” prevede anche una sorta di anfiteatro all’aperto intorno a quell’area.
E’ stata una bella sorpresa scoprire a pochi passi da casa, soprattutto in un periodo come questo, la volontà di confrontare diverse culture, diversi stili di vita, un mondo migliore da coltivare insieme nel rispetto delle proprie identità.
Approfondire le motivazioni e le cause di chi affronta viaggi. Apprendere il perché oggi sembra essere sempre più difficile rimanere aggrappati alle proprie origini. Quell’area è interessante per il fine che prospetta un luogo utile all’uomo, al suo confrontar se stesso con l’altro mantenendo le proprie radici ed il rispetto, nel confronto con le altre culture.
Per smettere di sentirci tutti rifugiati.
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Perché questo blog

Questo blog è nato per la passione di assaporare, vivere e mettere a frutto esperienze, di cose, di luoghi ma soprattutto di persone, che ho potuto incontrare, percorsi che ho battuto, da solo o insieme ad altra gente.

Sono appassionato di arte, ogni tanto dipingo, “invento” oggetti, qualche cimelio provo a restaurarlo.

La mia passione grande che provo a condividere in questo blog, è quella del racconto anche attraverso le immagini.

Ho una grande passione per la cucina di territorio e per i prodotti identitari e rispetto chi, senza ipocrisie li tutela, perché sono una grande forma d’arte.

Sono in grado di stilare progetti e strategie di comunicazione integrata, conosco i meccanismi del Marketing Territoriale, perché è lo strumento con cui riuscire a condividere al meglio l’unicità che hanno determinati paesi, luoghi e paesaggi, che spesso visito per meravigliarmi della loro essenza semplice e straordinaria.

Ho redatto progetti importanti che hanno raggiunto gli obiettivi prefissati.

Ho la ferma convinzione che le “identità particolari” siano qualcosa di prezioso da tutelare e proteggere finché saremo in tempo a farlo.

La tecnologia ci da la possibilità di essere tutti più connessi, ma troppo spesso oramai, ci fa dimenticare la sostanza delle piccole cose, dove si cela, viceversa, la bellezza e la forza meravigliosa del racconto.

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