Tutto scorre. Momenti che passano e ammettono la mutevolezza ed il continuo divenire del tempo.
Che passa. Che cambia.
Incroci distratti fra gli sguardi delle persone nei viali affollati dei centri urbani, frecciate distratte, flash fugaci, presagi di un futuro che diviene passato troppo velocemente e ti fanno rimanere in mente solo volti sfumati e anonimi.
Facce indefinite e cancellate, non per privacy o particolari motivi, ma semplicemente perché della maggior parte di noi, non resta nulla. Niente immaginario collettivo, nessuna rivincita contro il tempo.
Tutti anonimi e travolti dolcemente da questo enorme frullato prodotto dalle lancette dell’orologio, lame leggere che mescolano tutto. Ci sono le eccezioni, ci sono quei volti che vanno oltre al tempo. E’ un’osservazione banale, scontata e ovvia, qualcuno per un momento scappa dal grande frullatore, forse solo per un attimo rispetto all’infinito prima di essere dimenticato, ma è in quell’attimo, in quel ricordo “senza tempo” che qualcuno riscatta la sua rivincita.
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