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Pochissimi i comuni mortali presenti al “Consiglio Comunale aperto” di venerdì 14 gennaio scorso. Infatti oltre a politici o diretti interessati, di cittadini ce n’erano veramente pochi, come se la “vecchiaia” fosse cosa aliena. Alcuni hanno puntato il dito contro l’Amministrazione per la scarsa comunicazione dell’iniziativa. Io spero che sia questo il motivo, tuttavia un argomento del genere dovrebbe essere fonte di interesse popolare, e quei “giardini” vorrei che ritornino ad essere meno distanti dai nostri animi.
Riporto questa frase di Hermann Hesse:
I vecchi hanno bisogno di una eternità diversa e di credere che non lavorano solo per i vermi. Ecco perché ci sono moglie e figli, affari, lavoro, patria: per dare uno scopo alle fatiche e ai sacrifici quotidiani.
A dire il vero avrebbero bisogno anche di “un approdo” all’eternità diverso da quello che hanno ora. Soprattutto dopo che, avendone avuto stimolo da un avviso di “Consiglio Comunale aperto” appeso da qualche parte nel mio paese, ho voluto capirne meglio la vicenda, cercando informazioni e visitando quei “lontani giardini”. Ho provato una sensazione di malinconia per la condizione di questi anziani troppo soli. In questi luoghi però viene naturale iniziare a riflettere, sugli egoismi della società e forse anche sui miei.
In quel posto ho visto persone impegnate per accudire i bisogni di chi è più solo, ma troppo spesso, non riescono a star dietro a tutti perchè giustamente le mani sono solo due, e, per questo a volte, entrando in questi luoghi non si respira sempre una fragranza di fiori freschi!
Ho potuto notare un distacco troppo evidente fra gli amministratori, ed i dipendenti, soprattutto per questioni sindacali e tutele al lavoro sempre più lontane. Un distacco grave che qualora non venisse sanato rischierebbe inevitabilmente di negare quei pochi diritti di cui già godono poco gli anziani in questo frangente di vita.
Ho chiesto informazioni ai dirigenti poichè il dibattimento pubblico del 14 gennaio scorso proponeva una scelta fra due possibili soluzioni: l’istituzione di una Fondazione di diritto privato o una Azienda Pubblica di Servizi alla Persona.
L’opzione pubblica in sintesi darebbe più sicurezze ai lavoratori della struttura, secondo anche il parere dei sindacati, dall’altra parte invece l’opzione per la fondazione appare più economica e snella. Il dibattito in consiglio ha investito diversi aspetti più che altro amministrativi e gestionali. I sindacati hanno chiesto tutele da mantenere per i dipendenti optando appunto per una scelta nel verso della gestione pubblica. I politici locali soprattutto la giunta comunale sembrerebbe invece optare per l’istituzione privata.
Interessanti sono state le “considerazioni di perplessità” di Sandro Carucci presente fra il pubblico, sull’ipotesi privata rispetto ad assunzioni e meccanismo di controllo.Credo che gli unici esclusi fin ora siano stati i vecchi ed i servizi da mantenere o migliorare per loro.
Con rammarico mi rendo conto che le spiegazioni di tutti vertono alla soluzione gestionale migliore. Ho il timore che a forza di sottintendere, e quindi non accennare mai, lor signori dirigenti, al miglioramento del servizio dato agli anziani, e riaffermando sempre, viceversa, che la gestione volta ad ottimizzare i costi sia la cosa prioritaria da trovare, alla fine ci si dimentichi sia degli uni che degli altri.
Riflettendo su questa posizione, mi viene di ricordare il “Fronte dell’Uomo Qualunque”, (attenzione non “il qualunquismo” che è un’accezione negativa generatasi successivamente!) un movimento che fino al 1946 portò avanti una lotta contro il capitalismo industriale e il comunismo, nel tentativo di rimettere al centro gli uomini comuni schiacciati da burocrazie eccessive, ideologie esasperate e governi completamente staccati dal resto della società.
Buona riflessione a tutti.
One response
una cosa non capisco.. perche’ fare un consiglio comunale aperto…in modo che tutti sentano …si discute…e alla fine non si puo’ prendere una decisione perche trattasi di consiglio comunale” aperto “.