Ogni volta che si affrontano argomenti, siano essi di politica, che di costume o riguardanti la società, alla fine le conclusione sono sempre e solo le stesse. Quando va bene si fanno spallucce. Sembra oramai imperante una inevitabile leggerezza nel considerare opinioni frammentarie e per lo più inutili. Si va avanti per inerzia, si corre senza un motivo in balia di una fobia ideologica di sviluppo esasperante. Il sapere delle circostanze, la volgarità dei ricchi, la povertà intellettuale di chi ha in mano il potere del denaro, contro la brillantezza negli occhi di chi quel potere non ce l’ha. La felicità irresponsbile dei poveri. La speranza di chi vive contando gli spicci. E’ un periodo in cui sono povero. A 31 anni dopo avere aperto una cooperativa, un hotel in gesione per 3 anni torno ad essere, di fatto senza lavoro, non che prima sia stato ricco, anzi. La maggior parte dei miei progetti realizzati, sono stati spesso copiati anche malamente. Rimango con l’orgoglio di avere una coscienza creativa dismessa a forza dai prepotenti, arroganti ed ignoranti uomini di potere. Sono felice di vivere con la lucentezza negli occhi di chi spera in un domani migliore. Con la stessa luce di quella gente, oggi la maggior parte, che riesce a tirare avanti nonostante tutto, che si accontenta di un raggio di sole, gente che quando vede uno squarcio di sereno torna a sorridere e sperare. Io sono con loro. Assieme a queste persone umili ma ricche per contribuire a ricostruire la società del domani. Mi sento ricco anche io quando mi fermano per strada, mi chiedono cose, ci pensate le chiedono a me! Uno che è un poveraccio! Uno che se continua così rimane isolato dicono i politici di professione! Uno che oggi però ha scoperto di essere ricco perché riesce ancora a pensare, a differenza di molti altri, ad un mondo migliore e ad una vita dignitosa per tutti. Ad una democrazia partecipata, che non sia solo schiavitù asservita al potere del denaro. Voglio un Rinascimento moderno, di cui molti hanno parlato tempo fa, ma che oggi sembra volere essere messo in sordina per forza. Voglio respirarla questa vita.
4 Responses
Sarò stranamente sintetica! Forse un pò contorta?!
Tre persone erano al lavoro in un cantiere edile. Avevano il medesimo compito, ma quando fu loro chiesto quale fosse il loro lavoro, le risposte furono diverse. «Spacco pietre» disse il primo. «Mi guadagno da vivere» rispose il secondo. «Partecipo alla costruzione di una cattedrale» disse il terzo.
Peter Schultz
“Rimango con l’orgoglio di avere una coscienza creativa dismessa a forza dai prepotenti, arroganti ed ignoranti uomini di potere”…
Chiaro il concetto si?!
La vita che bella parola! Chissà quanti riescono a respirarla davvero?
La vera rivoluzione è quella che parte da dentro di noi.
Si concordo con Enea.. e allora che aspettiamo?! It’s a revolution.. come dicevano i Beatles!;)