Treia – E’ la sera del 12 agosto 2008 arriva un fax alle 22 in hotel. Una prenotazione dalla Lituania per la notte stessa. Pensiamo tutti “questa è una bufala”. Un’ora dopo una famigliola giovanissima arriva avanti al portone dell’hotel, sono i Lituani della prenotazione davvero. Una famiglia bella, di quelle che potreste vedere protagonisti di una fiction. Mamma, papà e bimbo, biondissimo. Erano nelle vicinanze in auto e non avendo internet hanno chiamato parenti “in Lituania ovviamente” per prenotare “un buon hotel da casa”, e hanno beccato l’Hotel Grimaldi (… e so’ soddisfazioni !!! n.d.a.). Parliamo delle vacanze, qui arriva la loro lezione Lituana, mi chiedono: “Come mai le spiagge sono affollate in questa settimana ?” e “…come mai nei paesi e nelle città è tutto chiuso?” Rispondo dicendo “è la settimana di ferragosto, tutti vanno in vacanza.” Loro mi chiedono di spiegare meglio, non so perchè ma inizio a credere sul serio che siamo 54 milioni di cretini ad andare in vacanza assieme, spendere una vagonata di soldi e, per giunta, tutti in una settimana. Chiedo loro se anche in Lituania esistesse il Ferragosto, ovviamente la loro risposta è no, col contorno di una motivazione tanto banale quanto pungente “non ci sono periodi standard in cui andare in ferie da noi”.
Allora attacco con la motivazione storica e culturale <
Non so perchè, nonostante tutto ho iniziato a dubitare fortemente sulla reale condizione mentale di tutta la popolazione italiana che costretta dal capo, o peggio, per seguire la corrente, la moda, o la tradizione o semplicemente perchè “…così è sempre stato!” si ritrova ammucchiata per strada, in hotel, in campeggio, in discoteca, in autobus, in spiaggia, ecc.
Ovunque si decida di andare in questa settimana c’è o il deserto o, il mucchio. Ovviamente le piccole cittadine d’arte come Treia, hanno poca gente oggi, tutti s’ammucchiano altrove per il Ferragosto.
Quindi diciamolo piano che oggi il paese è calmissimo e si sta da meraviglia, non fatelo sapere al mucchio, altrimenti arriva e c’invade.
Comunque termino di spiegare alla bella famigliola i significati e i motivi del Ferragosto italiano (ma ci sono motivi o significati oltre la ricorrenza di derivazione storica a questa che oramai non è più una festa, ma un’anomalia italiana? bah !?). Loro mi guardano sbigottiti, con l’espressione di chi vuol farti capire che si sta esagerando e che tutto ha comunque un limite da rispettare, …anche la storia. Raccolgo la lezione e saluto.
Mi torna in mente una frase di una canzone di G. Gaber: “Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono!”
Buon FerrAgosto.
la metto qui sotto ascolatate se volete
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