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stenopiazza - di Enea Francia

La stenopiazza – di Enea Francia

Questa foto è una figata!

In primis perché è l’immagine della piazza centrale della mia Matelica. La chiesa delle Anime Purganti che predomina le altezze dello sfondo, l’ampiezza elegante di Palazzo De Sanctis che si affianca sulla sinistra e, davanti la lucentezza candida della fontana ottagonale. In questa prospettiva si compensano e si evidenziano i contrasti di chiaro scuro, unici nel gioco delle forme di questa architettura particolare, elegantemente equilibrata dagli opposti e, per questo unica!

Quello che fa la differenza di questa immagine a mio avviso è la visione d’insieme omogenea che non è nitida ma nemmeno sfuocata, sembra che richiami la vista che si ha quando si sogna. Contorni saturi di luce ma non ben definiti.

Con il mio amico Enea tempo fa, abbiamo fatto una macchina fotografica di cartone. Ebbene si, incredibile ma vero, ha anche funzionato. Certo non è una reflex ultimo modello, la nitidezza delle immagini non è propriamente il suo punto di forza, però alla fine un paio di foto belle sono uscite fuori. Una è questa qui sopra.

La stenoscopia è un procedimento fotografico che sfrutta il principio della camera oscura per la riproduzione di immagini. La fotocamera utilizza un foro stenopeico (dal greco stenos opaios, dotato di uno stretto foro), in pratica un semplice foro posizionato al centro di un lato della fotocamera, come obiettivo.

La fotocamera con foro stenopeico produce immagini poco nitide, perché i raggi luminosi provenienti dal soggetto divergono e creano piccoli cerchi. Aumentare la nitidezza richiederebbe una diminuzione del diametro e dello spessore del foro, aumentando al contempo i già prolungati tempi di esposizione. Un foro troppo stretto comporta inoltre la comparsa di problemi di diffrazione. La nitidezza, seppur non eccelsa, si estende per tutti gli oggetti inquadrati, creando una profondità di campo illimitata. Un ulteriore vantaggio determinante alla diffusione di questa tecnica, è il costo estremamente basso degli strumenti e della facilità di costruzione in proprio.

In sostanza più è piccolo il foro più tutti quanti i piani rimangono sullo stesso livello. Tranne chi ovviamente sta dietro l’obiettivo.

Guarda un po’, in pratica il meccanismo è lo stesso della società di oggi. Chi comanda l’obiettivo sta fuori dal piano espositivo e si fa allegramente i cazzi suoi, mentre la profondità del campo della crisi sociale tocca, a pari grado, tutti i livelli.

Benvenuti nella società stenopeica.

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One response

  1. Stenopeica mi piace. Siamo tutti presi per il culo con la stessa nitidezza. Tutti votiamo cetti la qualunque e abbassiamo la testa nonostante tutto e tutti. Tanto un buco mette sempre allegria… Anche se piccolo e stenopeico.

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Perché questo blog

Questo blog è nato per la passione di assaporare, vivere e mettere a frutto esperienze, di cose, di luoghi ma soprattutto di persone, che ho potuto incontrare, percorsi che ho battuto, da solo o insieme ad altra gente.

Sono appassionato di arte, ogni tanto dipingo, “invento” oggetti, qualche cimelio provo a restaurarlo.

La mia passione grande che provo a condividere in questo blog, è quella del racconto anche attraverso le immagini.

Ho una grande passione per la cucina di territorio e per i prodotti identitari e rispetto chi, senza ipocrisie li tutela, perché sono una grande forma d’arte.

Sono in grado di stilare progetti e strategie di comunicazione integrata, conosco i meccanismi del Marketing Territoriale, perché è lo strumento con cui riuscire a condividere al meglio l’unicità che hanno determinati paesi, luoghi e paesaggi, che spesso visito per meravigliarmi della loro essenza semplice e straordinaria.

Ho redatto progetti importanti che hanno raggiunto gli obiettivi prefissati.

Ho la ferma convinzione che le “identità particolari” siano qualcosa di prezioso da tutelare e proteggere finché saremo in tempo a farlo.

La tecnologia ci da la possibilità di essere tutti più connessi, ma troppo spesso oramai, ci fa dimenticare la sostanza delle piccole cose, dove si cela, viceversa, la bellezza e la forza meravigliosa del racconto.

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