Il tramonto facile, l’idea di essere fascisti o antifascisti in questo periodo di profonda crisi sociale mi fa ridere, perché puoi parlare di razzismo e comunque, in qualsiasi caso, questa sarebbe solo una via superficiale per dar spazio ai problemi futili, messi in circolo da quattro idioti che non sanno nemmeno dove vivono.
Le questioni, quelle vere, dei deportati dall’Africa, dei missionari devoti o laici che siano, delle persone semplici che faticano ad arrivare a fine mese, e spesso ancora senza casa, sono celate dietro queste buffonate “vintage” che fanno esaltare solo gli estremisti ignoranti, che sbandierano fatti forse raccontati dai nonni.
Ideologie fittizie perché tirate fuori solo insieme alla bandiera e riposte, insieme ad essa, subito dopo. Spesso celano interessi di bottega, strumentali ed utili solo a confondere le masse, sempre più rincretinite dietro i post dei politicanti di carriera che difendono i loro sponsor, senza capire nemmeno, il più delle volte, che stanno facendo solo marchette!
Sdrammatizzo, immerso in questo niente di pensieri, sorrido perché se mi metto a riflettere seriamente, dovrei piangere nel vedere la stupidità profonda di cui si anima la gente in questo periodo, su come ti additano le masse informi di ignoranti, per come appari. L’apparire è tutto in questa massa inutile di idiozie ammucchiate sopra le rovine della burocrazia trionfante.
Ambientalisti a frotte che giustificano lo smantellamento delle montagne per un pezzo di carta firmato dall’autorità del momento. Giustifichiamo canzoni già sentite come inedite, accettiamo una classe dirigente ammuffita, rozza, marcia, basta che abbia un altro simbolo o cambi stile nel linguaggio.
Siamo talmente social addicted che ci facciamo portare per il culo anche nei nostri spazi pseudo privati, contenti di rimanere nella schiavitù neoliberista del pensiero unico del “cambiamo tutto ma solo di domenica dalle due alle quattro”, così tutto rimane uguale a se stesso, domani avremo ancora un motivo per continuare a lamentarci.
Senza senso dentro un pensiero globalista in cui i pazzi diventano idoli e gli artisti sono sempre più soli.
Sono razzista anche io, odio gli stupidi!
Vorrei che ci si spogliasse di questo velo ipocrita per scongiurare un tramonto (a)sociale fin troppo facile perché privo di sogni, ma che non ha nulla di semplice, al contrario di questo disegno, fatto di colori probabilmente troppo densi, forse anche vecchi, ma, almeno loro, liberi dai “tubetti”.
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