Ti svegli ed hai quasi trentanni!
La vita ti scorre via veloce. Ricordi del passato ritornano in mente. E’ il momento delle riflessioni. In un periodo di cui tutti hanno un po’ paura. Una crisi che, subdola, si infiltra nelle coscienze della gente come il freddo di questi giorni si insinua dentro le vene. Ogni tanto, però, ritorno a sperare.
…e quale cosa è più bella di una casa, di una famiglia, di un sogno avverato?
Forse io quel sogno l’ho infranto nel mio silenzio, nel mio non far nulla, nelle mie indecisioni.
Io non lo so qual’è il mio sogno adesso. Ma forse so, o sapevo, con chi.
Ma il cosa, dentro la mia lucida pazzia, ancora non mi è chiaro…
Io qui con un foglio bianco sottomano.
Dentro un hotel che, quando ci penso, mi fa capire quanto sia piccolo nell’immensa grandezza del mondo.
Io che scrivo, invento, cerco di continuare a sognare, anche se i sogni oggi sono sempre più difficili da fare.
Fuori da qui la gente continua affannosamente a tirare a campare.
Io chiudo la porta, ogni sera, e lascio tutta quest’immensità la fuori.
Io centro del mio mondo… solo e qui, in una notte di Novembre.
Io con una voce assidua in testa che mi grida: “Ohi giovanotto! La tua vita è solo la tua!”
3 Responses
Ticchettano via i minuti che riempiono un giorno tedioso
E tu sbrindelli e sciupi le ore per strade fuori mano
Gironzolando per un angolo della tua città
Aspetti che qualcuno o qualcosa ti mostri la via
Stanco di giacere al calore del sole, di restare in casa
a guardare la pioggia
Sei giovane e la vita è lunga, c’è tempo da ammazzare, oggi
E poi un giorno scopri che dieci anni ti hanno voltato le spalle
Nessuno ti ha detto quando correre e ti sei perso il segnale dì partenza
E corri e corri per raggiungere il sole ma sta tramontando
Correndo in tondo per rispuntare di nuovo dietro di te
Il sole è lo stesso nella solita via ma tu sei invecchiato
Respiro più corto e d’un giorno più vicino alla morte
Ogni anno si fa più breve, non sembri mai pago del tempo
Fra progetti che finiscono in niente o mezza pagina
di righe scarabocchiate
Sopravvivere in quieta disperazione, al modo inglese
Il tempo è andato, la canzone è finita anche se avrei altro da dire …
Time – Pink Floyd
Una lacrima…
Ti voglio bene.
“Ho lasciato il mio cuore in cima a una montagna troppo alta e distante da qui per riuscire a trovarlo ora. È questo il destino di chi prosegue a camminare disilluso e ferito e non si ferma, anche quando una vera destinazione non si rivela, non esiste, non c’è.
È questa la vita dei pellegrini emozionali che sorridono alla propria condanna: consapevoli ed esperti nel convertire i propri dolori in virtù.
È questa la storia di chi sa vedere il bello in ogni persona ma per paura e sensibilità estrema non vuole osservarlo mai.
Ho perduto il mio cuore lì, su quella montagna e ora sono troppo stanco per andare a cercarlo, ora voglio solo un sorriso… che sia la mia salvezza.
Questa è per chi non ha paura di sentirsi solo.
Questa è per chi non dimentica pur non conoscendo il rancore.
Questa è per chi non sente né il bisogno di attaccare, né la necessità di difendersi.
Questa è per chi trova dignità nel sentirsi fragile.
Questa è per chi capisce quanto un silenzio sappia accudire.
Questa è per chi sa farmi ridere.
Questa è per chi si concede una sosta dai concetti e i preconcetti e da valore alla prima “seconda impressione”.
Questa è di chi la vuol sentire sua.
Questa, una volta tanto, è per me e per chi sa piangere… ancora alla mia età.”
L’ho trovato scritto in fondo all’ultimo cd di Tiziano Ferro, so che per questo probabilmente non ti piacerà, ma mi ha fatto subito pensare a questo tuo post…