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Una foto della macchina all'intenro del Cern (fonte Internet)

Una foto della macchina all'intenro del Cern (fonte Internet)

Sono già al lavoro, nel Cern di Ginevra, i fisici che oggi “accenderanno” l’acceleratore più grande del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc). Intorno alle 9:30 di questa mattina dovrà essere tutto pronto perché il primo fascio di protoni venga “sparato” nell’anello lungo 27 chilometri della più grande macchina mai costruita al servizio della fisica.

In tanti hanno paura, in tanti dicono che non sarà nulla di grave, anzi solo un “grande passo per la scienza”. Gli scienziati a favore dicono che la probabilità che si posssa creare un buco nero che divori tutto è la stessa che si ha di scoppiare la mattina mentre ci si rasa. Non è impossibile. E’ estremamente improbabile (sarà per questo motivo incionscio che mi raso sempre più di rado, vai a sapere?).

Non voglio entrare nell’argomento “buco nero si”, “buco nero no”, “fine del mondo” ecc. Lo fanno tutti. E comunque nella peggiore delle ipotesi quale sarebbe il rimedio.

Io parlo della parte diciamo così “Romanzesca” e al contempo “Reale”

Voglio toccare un aspetto affascinante che avvicina film, internet, fantascienza, mistero e realtà. Mi ci aspettavo qualche speciale, magari in TV. Nulla di tutto questo, quindi inizio ad avere dubbi sul fatto che la mia teoria possa avere coincidenze non casuali.

Ve lo ricordate quello che anni fa chattava su internet dicendo che veniva dal 2036 … guardate cosa dice Wikipedia in proposito.

John Titor è un sedicente crononauta che si è fatto conoscere pubblicamente attraverso alcuni forum di Internet ad accesso libero.

« L’esperimento al CERN a cui mi riferisco coinvolge energie molto alte e sfrutta i protoni. Dalla mia prospettiva storica sulla mia linea di universo, ricordo che la faccenda fu un punto di dibattito circa 18 mesi fa. C’erano alcuni scienziati che pensavano che gli esperimenti fossero troppo pericolosi da fare. »
(da Wikipedia)
C’è un film che parla di porte spazio temporali.

La
StarGate. Il film ruota attorno alla scoperta di un sistema di trasporto che tramite una specie di lungo tunnel spaziale d’energia (wormhole), può collegare in circa 30 secondi, pianeti agli antipodi dell’Universo.
Poi chi non ricorda “Ritorno al Futuro” La De Lorean del film Ritorno al futuro
Il flusso canalizzatore (nell’originale flux capacitor, nella serie animata tradotto letteralmente in condensatore di flusso) è un dispositivo immaginario frutto della straordinaria inventiva di Doc, che lo ha descritto come ciò che rende possibile viaggiare nel tempo. Esso è situato dietro i sedili della DeLorean ed organizzato come una “Y” in uno scompartimento rettangolare.
Nel primo film, il flusso canalizzatore è alimentato da una pila atomica al plutonio (unico modo per sviluppare gli 1,21 Gigawatt di potenza necessari). Nel secondo e nel terzo, invece, occorre semplicemente introdurre della comune spazzatura nel dispositivo Mr. Fusion per attivare la fusione nucleare e sviluppare 1,21 Gigawatt. La macchina, però, funziona solo in movimento sicché, per poter viaggiare nel tempo, oltre alla carica di plutonio oppure alla dose di spazzatura inserita nel generatore, occorre che l’autovettura (nella foto la DeLorean) raggiunga le 88 miglia orarie (141,6 km/h).
Ora la “De Lorean” del Cern è sicuramente un’altra cosa. Ma è terribilmente affascinante vedere come le tre cose “John Titor”, “Stargate” e “Ritorno al futuro” si incrocino.
Una foto della macchina del Cern (presa da internet)
Una foto della macchina del Cern (presa da internet)
La scenografia (senza effetti speciali) dello Stargate.Non si somigliano per niente.

La scenografia (senza effetti speciali) dello Stargate.Non si somigliano per niente.

Non voglio trarre conclusioni, me le tengo per me. Fantasia e Realtà, scienza e fantscienza tuto sembra toccarsi. Viviamo nella Relatività.
Commenti di Facebook

35 Responses

  1. Oggi comunque mi è arrivata una mail da un conoscente che diceva pressappoco così:

    “Forse l’esperimento che verrà attuato fra poche ore al CERN comprometterà il destino della terra…

    …sappiate che vi voglio bene…”

    Ora io mi chiedo: cosa scatta nel cervello dell’uomo di fronte a questi “preannunciati” pericoli?
    Io non avrei mai mandato una mail simile in giro, perchè razionalmente lo trovo assurdo e di cattivo gusto.
    Ma pensandoci bene è il cervello umano fatto così…adrenalina!

  2. credo che sia solo una delle tante storie per creare un pò di movimento in questa monotona vita….anche perchè sembra che si ha più interesse a sapere che un bel giorno un bel buco nero ci farà la festa anzichè c’è qualcuno che muore di fame… ma è così interessante fare ciò…piuttosto preoccupatevi dei veri problemi della vita quotidiana..pensate a chi non può vivere…pensate a me…

  3. La fisica spinta a questi livelli è davvero molto affascinante, forse proprio per i tanti misteri irrisolti che ancora fanno discutere i più grandi cervelli di tutto il mondo. E’ qui che il confine tra scienza e fantascienza diventa indistinguibile.

  4. Io credo che … chissà…? Spero solo che se dovessero iniziare dei processi irreversibili, me lo facciano sapere, così col poco tempo che rimane a disposizione fo tutto quello che in una vita non ho potuto fare.
    Mica casini, no! Inizio ad andare alle Barbados, a donne ogni mezzo secondo, sempre che la mia però sappia per prima che io la amo da matti. Più di tutto.
    Per ora buona vita a tutti.

  5. @valentina: cara valentina, i problemi grossi ovviamente prendono di più di quelli della vita quotidiana, perchè a quelli siamo assuefatti, mentre alle apocalissi, alle catastrofi, alle devastazioni no…sono d’accordo con te nel dire, però, che i problemi della vita quotidiana sono sicuramente presenti e possono essere altrettanto drammatici, se non di più, perchè più reali e contingenti…

    Per quanto riguarda ciò che tu dici, “pensate a me”, non posso che dirti questo, non sapendo cosa tu abbia o cosa ti stia accadendo: ti sono vicina, e non è retorico…

    Un abbraccio 🙂

  6. ciao a tutti leggendo il testo principale di questo sito vi dico soltanto che sicuramente tra ginevra e la fantascienza ci sono dei piccoli ma deboli anelli di collegamento però alla fine credo che non centrino gran che poiche stargate e ritorno al futuro sono pura fantascienza stargate nasce fondamentalmente dalle leggende nate nel triangolo delle bermuda dove si pensa che si aprano delle porte spazio tempo e che facciano comparire e sparire relitti persone e imabarcazioni ecc… fantascienza appunto e ritorno al futuro nasce dalla voglia di scoporta e di immaginarsi tra qualche anno quanto invece a john titor solo 5 persone sanno la verità quindi non possiamo dire che ci sia collegamento perche non sappiamo se è vero o no sicuramente l’unico collegamento che possiamo fare è il segunte giorni fa un gruppo di scinziati intevistati hanno detto che questo esperimento porterà un cambiamento che sarà percettibile dopo 4 anni certi affermano che si creerà un buco nero che in tale tempo inghiottirà tutta la terra altri invece dicono che ci sarà un progresso enorme e ci saranno nuove scoperte altri invece si limitano a dire che qualcosa cambierrà è un eventuale cambiamto che succederà tra 4 anni circa dopo questo esperimento per puro caso coincide quasi con la data della fine del calendario maya 24 dicembre 2012 esattamente 4 anni e 14 giorni dopo l’esperimento secondo quanto studiato dopo il 24 dicembre i maya dicono che ci sarà un cambiamento alcuni dicono che finirà il mondo altri invece dicono che arriveranno nuove visitatori a farci una visitina altri invece restano sul vago qualcosa cambierà ma non si sa cosa io dico di pensare piu su questa realtà perche vi assicuro che sono cose vere controllare per credere anche se ribadisco sono tutte ipotesi e pure coincidenze

  7. certo l’esperimento e’ riuscito a nn creare buchi neri x ora,ma in futuro potrebbe farli nascere,infatti e’ quello che spero cosi’ vado a vedere nell’altro mondo cosa c’e’.Questo desiderio lo sempre sperato da piccola e tutt’ora adesso.

  8. Ragazzi, sembra di essere tornati all’anno mille…anche all’epoca parlavano di fine del mondo, anche se non si conoscevano ancora i buchi neri…

    *eppure siamo ancora qui*

  9. si certo siamo ancora qui’,spero che in futuro si apra un corridoio temporale o vero un buco nero che possa fare in modo di sparire,cosi andro’ a vedere cosa c’e’ di la’. se volete rispondere grazie

  10. Io non so se vorrei vedere cosa c’è di là…altri mondi, altre vite, altre storie. E’ attraente, senza dubbio….ma poi penso: è già difficle capire questo di mondo, non so se riuscirei a capire ed accettarne altri…e non so se ne vale poi tanto la pena.

    Hai mai letto: “lontano dal pianeta silenzioso”, di C. S. Lewis?
    Te lo consiglio: fa riflettere, oltre a tutto il resto, sul desiderio dell’essere umano di visitare altri mondi, diversi dal suo…

  11. x emaki, nn piace leggere i libri,pero’ qualcosa dell’esperimento a ginevra che c’e’ la possibilita’ che nascono dei corridoi temporali ovvero i buchi neri si li leggo tramite pc,lo trovo + divertente.

  12. X EMAKI SONO FEMMINA,DIMMI COSA NE PENSI DELL’ESPERIMENTO A GINEVRA CHE C’E’ LA SPERANZA CHE NASCONO DEI BUCHI NERI E DI ANDARE IN UN’ALTRO MONDO,X ALCUNI E’ UNA BRUTTA COSA,INVECE X ME’ E’ UNA BELLA COSA.

  13. sono pienamente d’accordo con la’ persona che dice che l’esperimento a ginevra e’ appena all’ inizio,x qui nessuno puo’dire che siamo fuori dal pericolo. Infatti le particelle x ora si sono scontrate in un modo molto piano x nn far accadere nulla,ma fra qualche settimana o mesi si scontreranno sempre + forti,allora forse succedera’ di scoprire le particelle che cercano sperando che abbiano previsto tutto x evitare il pericolo di cui sopra.

  14. X ORA PENSO SOLO ALL’ESPERIMENTO A GINEVRA CHE SIAMO SOLO ALL’INIZIO E LE’ PARTICELLE SI SONO GIA’ SCONTRATE PERO’ APPENA, + ANDIAMO AVANTI SI SCONTRERANNO SEMPRE + FORTE.

  15. E’ un buco nero gigantesco – un miliardo di masse solari – il “motore” che produce il getto di materia ed energia di Markarian 501, un nucleo galattico attivo, AGN, distante circa 500 milioni di anni luce da noi
    Comunicato stampa INAF: A un passo dal buco nero
    E’ stata osservata con un livello di dettaglio mai raggiunto prima la struttura del getto prodotto dal nucleo galattico attivo denominato Markarian 501, fino a distanze inferiori ad un anno luce dal buco nero supermassiccio che si trova al suo interno, il “motore” che produce il getto. L’indagine, i cui risultati vengono pubblicati oggi sulla rivista Astronomy & Astrophysics, è stata condotta da un team di ricercatori guidata da astronomi dell’INAF utilizzando i più potenti radiotelescopi del mondo.

    E’ un buco nero gigantesco – un miliardo di masse solari – il “motore” che produce il getto di materia ed energia di Markarian 501, un nucleo galattico attivo, AGN, distante circa 500 milioni di anni luce da noi. Ed oggi, grazie alle osservazioni combinate dei più potenti radiotelescopi disseminati sulla Terra, ne conosciamo meglio la struttura. Un team di ricercatori guidati da astronomi dell’INAF ha infatti realizzato la più dettagliata “mappa” mai ottenuta del getto, che è stato osservato dalle regioni prossime al buco nero fino a distanze 5 volte maggiori di quanto noto prima. Informazioni preziose quelle ottenute, che permetteranno agli astrofisici di comprendere in maggior dettaglio i processi che generano l’enorme quantità di energia prodotta dal buco nero e come poi questa si diffonda nello spazio.

    “Per la prima volta siamo stati in grado di studiare la struttura del getto di Markarian 501 su scale di distanze dal buco nero che lo genera che vanno da meno di un anno luce fino ad alcune migliaia” commenta Marcello Giroletti, dell’INAF-Istituto di Radioastronomia di Bologna, primo autore dell’articolo pubblicato oggi su Astronomy & Astrophysics. “Questo risultato è stato raggiunto grazie all’utilizzo dei migliori radiotelescopi attualmente disponibili, uniti tra di loro a formare un unico immenso strumento, esteso come la Terra, grazie alla tecnica chiamata Very Long Baseline Interferometry (VLBI)”.

    Ed in effetti per indagare questo oggetto celeste, scoperto nella fine degli anni ’60 del secolo scorso e da sempre “sorvegliato speciale” dagli astronomi per la sua peculiarità di emettere radiazione in un intervallo amplissimo di frequenze, che vanno dalle onde radio fino ai raggi gamma, il team di ricercatori ha davvero potuto contare sulla migliore strumentazione al mondo per la radioastronomia. Il grande livello di dettaglio necessario per studiare Markarian 501 su scale dell’ordine dell’anno luce è stato ottenuto grazie alle osservazioni ad altissima frequenza, 86 GHz, del Global Millimeter VLBI Array, mentre le regioni del getto più distanti dal buco nero sono state osservate con l’High Sensitivity Array, che comprende i più grandi radiotelescopi del mondo, tra cui quello di Arecibo a Puerto Rico e il Very Large Array negli USA. Queste osservazioni hanno prodotto una mole enorme di dati che ha richiesto un lungo e complesso lavoro di analisi.

    I risultati mostrano che il getto di materia si allontana dal buco nero centrale con velocità elevatissima – solo 2 millesimi di volte inferiore a quella della luce – e possiede una struttura tutt’altro che semplice. Le regioni prossime alla superficie del getto si muovono infatti con velocità inferiore rispetto a quelle più interne: un chiaro indizio che la formazione di questo getto di materia coinvolge non solo il buco nero centrale ma anche le regioni di Spazio ad esso circostanti. Velocità cosi elevate potrebbero inoltre essere legate alla presenza di intensi campi magnetici.

    “Insomma, siamo davvero arrivati a studiare una regione dello Spazio molto vicina ad un buco nero supermassiccio” prosegue Giroletti. “E le prospettive future in questo settore della ricerca astrofisica sono assai promettenti. Con l’entrata in funzione dei radiotelescopi di nuova generazione come ALMA in Cile e del Sardinia Radio Telescope, il grande radiotelescopio dell’INAF in costruzione vicino Cagliari, avremo infatti la possibilità di spingerci ancora oltre!”.

    Per interviste: Marcello Giroletti, INAF – Istituto di Radioastronomia Bologna

    E-mail: giroletti@ira.inaf.it, Tel.: 051 63 99 394, Cell.: 347 90 66 221

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  16. Caro AN,
    a me sembra che tutta questa gioia nel dover attraversare un buco nero e il desiderio di poterci scomparire dentro nasconda un vago desiderio di autodistruzione.
    Come sempre l’autodistruzione non è una bella cosa: prima di tutto perchè non coinvolgerebbe solo te, ma anche tutto il genere umano; in secondo luogo, perchè non è con essa che si risolvono i problemi, nè propri nè dell’umanità.
    Il tuo desiderio è vecchio come l’uomo. Ma a mio parere non è sano e nasconde un malessere ben più profondo.

    Un saluto.

  17. Non è una questione di essere d’accordo o meno…
    Penso solo che il tuo desiderio sia segno che c’è qualcosa che non va, di un disagio di vivere, neppure troppo celato.

    Lungi da me dire che il tuo desiderio sia giusto o sbagliato. Solo io non lo condivido. Anche perchè, come ho detto prima, l’autodistruzione che vorresti, scomparire in un buco nero, non coinvolgerebbe solo te, ma tutta l’umanità.
    Ed io credo fermamente nella responsabilità che abbiamo verso gli altri….

    Ciao!

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Perché questo blog

Questo blog è nato per la passione di assaporare, vivere e mettere a frutto esperienze, di cose, di luoghi ma soprattutto di persone, che ho potuto incontrare, percorsi che ho battuto, da solo o insieme ad altra gente.

Sono appassionato di arte, ogni tanto dipingo, “invento” oggetti, qualche cimelio provo a restaurarlo.

La mia passione grande che provo a condividere in questo blog, è quella del racconto anche attraverso le immagini.

Ho una grande passione per la cucina di territorio e per i prodotti identitari e rispetto chi, senza ipocrisie li tutela, perché sono una grande forma d’arte.

Sono in grado di stilare progetti e strategie di comunicazione integrata, conosco i meccanismi del Marketing Territoriale, perché è lo strumento con cui riuscire a condividere al meglio l’unicità che hanno determinati paesi, luoghi e paesaggi, che spesso visito per meravigliarmi della loro essenza semplice e straordinaria.

Ho redatto progetti importanti che hanno raggiunto gli obiettivi prefissati.

Ho la ferma convinzione che le “identità particolari” siano qualcosa di prezioso da tutelare e proteggere finché saremo in tempo a farlo.

La tecnologia ci da la possibilità di essere tutti più connessi, ma troppo spesso oramai, ci fa dimenticare la sostanza delle piccole cose, dove si cela, viceversa, la bellezza e la forza meravigliosa del racconto.

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