Monreale è una cittadina monumentale sia per gli aspetti di questo titolo, sia per un quarto che li raccoglie tutti e tre; quello dell’ospitalità, peculiare in tutta la Sicilia. Posso dire che Elvira sia riuscita a trasferire l’emozione di Monreale, in maniera non artefatta ma sua, reale e autentica, una vera e propria casa siciliana, a poco più di 200 metri dal Duomo di Monreale, riceve i suoi ospiti con il calore, la gentilezza e la sapienza delle case tradizionali di quest’isola.
Conoscitrice delle radici e della storia della sua città, già dalla colazione riesce a farti immergere in quell’atmosfera unica del suo paese di origine; infatti è stata proprio lei a raccontarmi dei biscotti ad “S” tipici di questa città e derivanti da una tradizione ecclesiastica delle suore Benedettine del Monastero Castrense nei primi dell’ottocento. Dolci che hanno addirittura ispirato Giuseppe Tomasi di Lampedusa che ne parla ne “Il Gattopardo”, descrivendo dettagliatamente le colazioni del principe Salina con questi biscotti immersi nel caffé.
Oggi la tradizione si rinnova giornalmente, grazie ai forni e le pasticcerie del centro che ne ripropongono i sapori ottimi ed immutati di un tempo, anche se con diverse consistenze, personalmente posso sottolineare i biscotti del forno di Maria Rosa Campanella che ho trovato ottimi insieme all’aspetto classico della bottega un luogo chiaramente e per fortuna, ancora fuori dal tempo. Tuttavia è chiaro che parlando di questo dolce, una menzione prioritaria sia dovuta all’antico biscottificio Modica che è nato nei primi dell’ottocento proprio per volere di una suora che ne caratterizzò chiaramente i tratti della propria famiglia trasportando immutata questa tradizione fino ai giorni nostri.
Monreale è ricca di fascino culturale, sia sotto l’aspetto gastronomico che storico artistico; salendo verso il Duomo
una piccola via passa sotto ad un’arco che apre in maniera spettacolare sulla piazza centrale, fulcro dell’intero centro storico. Inevitabile la visita all’interno della chiesa del Duomo con i suoi mosaici inestimabili.
Il passeggio per le vie centrali del paese fa inevitabilmente imbattere l’occhio nella lapide di Emanuele Basile, il coraggioso ufficiale dei Carabinieri ucciso qui per mano di “Cosa Nostra” nel 1980, quel marmo porta a riflettere riguardo alla complessa e contrastante bellezza di questi luoghi. Continuando la passeggiata, il crocifisso riprodotto in maiolica nella parete esterna della Collegiata merita una menzione per grandezza, colore e soprattutto per il richiamo alla presenza del Cristo miracoloso nel suo interno.
Il territorio molto ampio, quasi a cavallo di due province, quella di Palermo e di Trapani, fa di Monreale un centro
interessante che nelle serate estive, si anima di diversi locali, tutti fortemente caratteristici; un giro per le vie verso l’ora di cena, è una vera tentazione per il palato e rinunciare di assaggiare le prelibatezze di questo paese diviene un’impresa impossibile a cui tanto vale cedere. Una sosta per cena in uno dei tanti locali del borgo completa la visita deliziando il palato di sapori ed il naso di profumi semplicemente unici perché sono il risultato di contaminazioni di arabo/normanne che con sapienza e semplicità hanno trovato loco nel contesto italico esaltandone le sensazioni.
2 Responses
Mi ricorderò di questo post il giorno che avrò la fortuna di visitare Monreale e mi ricorderò anche di Elvira
Grazie, un effetti è proprio una gran bella persona come tutta la sua famiglia e Monreale è molto bella