Quando facevo il “Promotore del Territorio” a tempo pieno, per onestà professionale tendevo a scrivere progetti alquanto particolareggiati per poter svolgere o pianificare al meglio il contenuto dell’iniziativa progettata. Se mi accorgevo che l’iniziativa, nonostante tutto, non aveva alcun contenuto valido (in poche parole, scusate il francesismo, faceva cagare), abbandonavo la progettazione passando ad altre iniziative che, invece potevano avere nel medio, lungo termine, un riscontro interessante soprattutto in termini di “partecipanti” che provenivano, almeno, da fuori Regione.
Per fare una buona “Promozione del Territorio”, infatti, risulta indispensabile conoscere quale riscontro può avere, sul pubblico che richiama a se, il contenuto espresso dall’evento. Se questi dati oggettivi non ci sono o, risultano negativi, il tutto diviene inutile in termini di valorizzazione turistico culturale, se non spesso estremamente provinciale o addirittura dannoso per il territorio stesso.
Durante queste feste natalizie, nonostante io vivo nel “Bel Paese” mi sono accorto che in tanti piccoli paesi o medie città, ci sono state una serie di iniziative, troppo spesso, identiche fra loro: notti bianche di ogni genere, piste di pattinaggio sul ghiaccio, concerti, presepi viventi come se … nevicasse, mercatini di Natale. Non intendo addentrarmi nell’analisi delle singole iniziative, anzi mi sento di elogiare addirittura i volontari veri che “hanno dato una mano in buona fede” ma credo che sia ora di fare di meglio, soprattutto se in mezzo, quasi sempre ci vanno finire i soldi pubblici.
La situazione economica internazionale, profondamente mutata negli ultimi decenni, ha visto aumentare la competizione tra aree geografiche, non più solo a livello locale, ma anche internazionale, dando origine ad una specifica disciplina: il marketing territoriale. Gli strumenti del marketing territoriale sono gli stessi del marketing aziendale: prodotto, prezzo, distribuzione e comunicazione. E’ indispensabile chiarire che in Italia in maniera generale e nelle Marche in particolare non si conosca assolutamente il significato reale di un piano di marketing territoriale, basta prendere le date di approvazione delle delibere del piano di Promozione Turistica passate sempre a stagione estiva praticamente conclusa, e vedere poi come si spendono i soldi, un milione di Euro circa per spot oggettivamente criticabili. Nei paesi che ho avuto modo di visitare la situazione non è migliore per niente. Le iniziative spesso vengono messe in piedi all’ultimo secondo, e i risultati anche se negativi vengono comunque resi positivi da comunicati stampa che rivolgono i loro messaggi a un pubblico ignorante e assopito, che autogiustifica il tutto con un demoralizzante “beh almeno si è fatto qualcosa!”
In realtà risulta di fondamentale importanza la creatività e la professionalità, nell’affrontare i contenuti più o meno interessanti, nella pianificazione dei tempi, dei gradi o step di comunicazione, nella loro SERIA programmazione insomma, anche se si dovesse trattare paradossalmente di un “Festival dei Matti” o di “Comici Emergenti” (per fare esempi).
Chi pianifica date, modalità e strumenti di comunicazione, organizza il tutto in un progetto, lo presenta l’anno prima agli enti coinvolti, dovrebbe ricevere una risposta tecnica e sostanziata sia nel caso di un “si” o di un “no” senza uscire con un improbabile “vedremo” anche nel caso di una ennesima riedizione di qualcosa che funziona da anni, sentendosi di fatto trattato come un semplice “rompipalle” per aver richiesto “sicurezze” nelle condizioni di realizzazione della manifestazione. Ho scritto questo perché ho avvertito troppe volte questa sensazione in passato, e spesso proprio trovandomi di fronte amministratori pubblici sui quali vorrei evitare commenti.
Purtroppo invece la buona organizzazione degli eventi, risulta fondamentale per quei territori che aspirano ad affacciarsi ai mercati turistici. Gli eventi vanno inquadrati all’interno delle strategie di marketing volte a promuovere un territorio attraverso l’implementazione di progetti innovatori (affiancata da strategie di valorizzazione dell’esistente e di sviluppo delle opportunità di cambiamento).
Un evento bene organizzato, infatti, può svolgere diverse funzioni: attrarre turisti, diffondere e migliorare l’immagine del territorio ospitante, attirare nuovi investimenti e finanziamenti, creare meccanismi moltiplicativi degli effetti economici dell’evento in sé. In sintesi se questi elementi non sono evidenti, …per me sono marchette e un tempo erano anche legali nelle case di tolleranza.
3 Responses
Le iniziative atte a promuovere e/o valorizzare un territorio o una realtà locale, per quella che è la mia esperienza, sono quasi sempre politicizzate. Quei territori, permettimi il termine,’sfigati’, ovvero che non sono storicamente attraenti turisticamente, vedono sorgere delle iniziative più come ‘volontariato’ o ‘auto-organizzazione’ delle persone del posto che organizzano qualcosa per fare qualcosa di diverso, divertirsi un pò, passare tempo insieme……. per questo forse sembrano ‘improvvisate’.
Dall’altra parte dove il turismo vero e proprio non è un mercato, nessuna amministrazione locale ha interesse ad investirci. Da qui mancanza di iniziative ‘vere’ ed una promozione del territorio ‘tapullata’……
E’ per questo che in Italia ci sono ( e ci saranno sempre, a questo punto, ) regioni ‘di serie A e ‘di serie B.
Un abbraccio a tutti voi che tentate di cambiare un pò le cose…….. 🙂
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