Dopo qualche anno, mi ritrovo in pizzeria. Peppe è sempre li, sta volta lo trovo di spalle.
La pizzeria è sempre la stessa, un po’ impolverata, di sicuro non convenzionale. Sono le undici e mezzo di sera, da solo chiedo una pizza.
Peppe mi chiede: “Come la voi sta pizza ?” – “margherita!”- rispondo – “le pizze tue sono bombe”.
Peppe secondo me è una parentesi messa lì per estraniarsi un attimo dal gioco conforme della vita di tutti i giorni.
Chiedo: -“Pe’ perché non c’è nessuno sta sera?…. siamo solo io e te”
Lui risponde: – “Chi vuoi che viene oggi, è Maggio ci stanno du’ feste qua attorno, poi ci stanno solo i politici che stanno dentro ae sedi a fa campagna elettorale, chi voi che se la magna la pizza mia sti giorni…?”-
-“Beh è vero ‘na pizza da te, oltre a fa lavorà de brutto lo stomaco, fa lavorà anche la capoccia e in momenti de campagna elettorale, oggi fa comodo a chi deve esse eletto se la gente non ragiona”-
Continuo dicendgli: – “Sai la novità ?” – eravamo davvero solo io e lui in quel momento in pizzeria – “Ho scoperto che voglio esse’ artista, che forse la strada mia è fra la gente, parlarci di sogni o farla ridere, oppure magari scrive, forse anche di te” –
Lui ribatte ridendo: -“E te pare che te sei in grado? – alza gli occhi verso di me mentre stende la pasta della pizza e continua suggerendomi:
-“Ma perché non te apri ‘na pizzeria ar taglio?” – abbasso gli occhi verso quella pasta che intanto sotto le sue mani prende forma mentre lui continua a dirmi: -“Pe’ fa ride devi essece nato, mo te racconto na storia”- e inizia a raccontare mentre condisce la pizza e la inforna:
-“Un giorno uno me voleva menà convinto che fossi Pasquale, io piavo le botte, ma nun me fregava niente a me, pensavo a quanto era scemo questo che me menava convinto che fossi Pasquale”-
“Peppe questa è de Totò! – rispondo di getto – L’ha fatta a Studio Uno tanti anni fa!”
“Si ma nun pensi che sia ancora attuale?”
“Si, perché fa ride ed è ancora un po’ lo specchio di noi italiani, ce facciamo prende a botte come se la cosa non ce riguardasse nemmeno”
Quindi mi dice ancora: -“Ecco vedi che vor di esse artista? Vor dì fa ride la gente e falla riflette… te credi de riuscicce? E’ il lavoro più difficile del mondo perché deve venì spontaneo!”-
Intanto la pizza è pronta, mentre mi seggo e inizio a mangiare gli dico: -“Ci hai ragione è difficile, ma provacce che me costa? Alla fine potrò esse se non altro, contento per avecce provato, se no me sento fuori dal mondo, oggi è tutto finto… l’unica cosa vera che non te tradisce mai è la pizza tua, una bomba, la prepari in condizioni non convenzionali ma è inconfondibile, è reale.”-
Lui ribatte: -“certo, pure qui ci sta un po’ di vita mia, la puoi chiamà arte o follia ma è quello che sento io ed è solo per chi la vole capì, tutti l’altri possono pure andassene a f… !”-
Finisco la pizza, pago, lui spegne le luci ed è come se calasse il sipario.
Ciao Peppe.
One response
E’ saggio Peppe…..ha terribilmente ragione, far riflettere la gente non è banale…..”la mente è come un paracadute, funziona solo se la apri” diceva Einstein.
Ma, in modi tuoi, tu puoi far scattare il meccanismo di apertura del tanto anelato paracadute, ne sono convinta……. E lo sono perchè, per farlo basta aver aperto il proprio ed il tuo è meravigliosamente grande ed aperto…….Coraggio! Un bacio. Ema