Per questo post ringrazio Andrea per quello che ha visto in giro per il nord-est, Gionata per un commento interessante in questo blog e Paolo per una riflessione che abbiamo fatto ieri sera al telefono.
Non bastano più i soldi per comprarsi il consenso! Aumentano gli ordini nelle aziende di qualche settore specifico, soprattutto del nord-est, negli ultimi due mesi! La first Lady della Casa Bianca prenota in Spagna 60 stanze! Ci sono parecchie analogie fra il giorno d’oggi e il 1922!
Questi gli argomenti. Ora componiamo il puzzle. La notizia della ripresa nella produzione industriale negli ultimi due mesi sembra essere reale e, oltre alla conferma visiva del mio amico, anche il centro studi “Confindustria” dichiara “Accelera il recupero della produzione industriale in luglio con un aumento dell’1,2% rispetto al dato dello scorso giugno – ricordando anche che – a giugno si era avuta una variazione dell’1,1% su maggio” (dati destagionalizzati).
Il problema potrebbe essere a monte, alla produzione. Serve realmente alla società immettere sul mercato tutti questi prodotti? Bisogna capire la differenza eclatante e sottile fra due espressioni “il benessere” e “l’Essere bene” come ha sottolineato spesso un grande giornalista economico, Carlo Cambi e dimostra tutti i giorni invece col suo lavoro di medico un mio amico in particolare. Seppure possa sembrare solo un gioco di parole, sono due concetti estremamente diversi fra loro. Il primo porta ad un’accelerazione nei consumi, esempio “Ho lo stress per il lavoro? Vado in vacanza in un centro benessere” Il secondo, invece, tende a vagliare sulla costante qualità della vita. Ridurre la frenesia dello stress quotidiano non farebbe ricadere la scelta vacanze quasi esclusivamente verso il centro benessere, semplicemente perché non ci sarebbe stress da scaricare. Ovvio che questo è solo un esempio per focalizzare il significato dei 2 termini e, soprattutto, iniziare a valutare ognuno di noi internamente, quali siano davvero le cose importanti e necessarie per vivere (e questa si che sarebbe una vera rivoluzione democratica !!!). Sarebbe la vera ripresa dalla crisi che non è esclusivamente economica ma soprattutto sociale. Quindi deve riuscirci la società, senza prendere nessun riferimento di Leader o altro, solo con la coscienza di ognuno di noi. Obama è stato eletto come il possibile uomo del cambiamento, uno di colore alla Casa Bianca, una speranza per una società in crisi ecc. Un mese fa il mondo ha criticato L’A.I. della BP che in piena emergenza per il disastro sull’oceano andava in regata. Oggi in piena recessione economica la first Lady prenota in Spagna 60 camere per le sue vacanze? Abbiamo bisogno davvero di esempi del genere o ce le sappiamo rimboccare lo stesso le maniche da soli? Lo slogan della Casa Bianca sarebbe diverso da “YES WE CAN” a “YES WEEKEND”. Quindi è vero che oggi i soldi non bastano più per comprare consenso, puoi anche essere la moglie del Presidente degli USA ma la gente queste cose non le passa facilmente. Spero tanto in una società che abbia la forza di riuscire ad essere fortemente autocritica al momento giusto. Analizzare quello che succede e non farsi portare via dalla corrente tumultuosa dello “stress” e della “frenesia” verso le cose inutili. Solo così quelle analogie del presente con il 1922 potranno dissolversi e potremo dire di essere davvero un popolo evoluto.
P.s. Spero soprattutto che non sia vero il detto “Chi vive sperando, muore ca…ndo!”
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