Sarà per via di una mia voglia di protagonismo, sarà perché se non deleghi il tuo essere ad una istituzione oppure ad un credo che lo fa al posto tuo, capita che rimani spesso a pensare e a riflettere su chi sei e quale sia il tuo scopo di vita.
Sarà che a volte trovi più autentico un dibattito venuto fuori da una riflessione tra 4 amici, in una serata grigia e, per certi aspetti surreale, dove però riesci a capire i tanti aspetti contrastanti delle persone che ti stanno attorno.
Capisci chi non vuole mettersi in discussione. La volontà di dare per scontato quello che c’è, che sta li e basta, che per tanti, troppi è così e basta!
Non è possibile cambiare, anche se io lo spero sempre e comunque.
Di fondo è un atteggiamento mentale di chiusura ai pensieri altrui che porta la gente ad essere dissociata, cinica falsamente altruista, conforme alle regole anche se non ne sono inclini.
Allora capita che diviene routine chi si suicida per pagare le tasse, chi non arriva più a fine mese non fa manco più notizia. Non se ne parla più perché inizia lo spettacolo delle promesse fasulle. Si rispolverano le vetrine dei negozi, non più per vendere oggetti o manufatti ma semplicemente faccioni elettorali a cui per comodo, diamo la delega del nostro menefreghismo.
Guardate le campagne elettorali, tutti “Cetto La Qualunque” che propinano la propria persona, il proprio essere al di la delle cose, degli argomenti. Allora i programmi li scarichi da internet, fai copia incolla e ti fai il tuo personaggio adatto a tutte le circostanze. E’ questa la rovina della società, quella di essere talmente asettici a qualsiasi cosa si proponga, che non segua la corrente, che ne sia magari contraria nei modi di fare o di agire, che automaticamente sei fuori dal giro, diventi da oscurare, da lasciare in disparte.
E la colpa qual è? …forse è quella di esprimere un pensiero?
Internet sta diventando una bilancia eccezionale nel verificare i rapporti di pensiero. Ci sono quelli che continuamente si mettono in discussione, come me, come molti altri sulla piattaforma. Scritti che possono anche essere contestati o dibattuti e in contrasto, altri che scelgono la via breve delle immagini, o del “cool”, della firma a tutti i costi o degli “status symbol”. Chi non è conforme a questo è fuori. Chi se ne sbatte delle regole propedeutiche alla vendita di se stessi è fuori.
Attenzione non si è più anticonformisti come nel ’68, non è più considerato “altro”, è semplicemente fuori dal coro. Chi non si impone con il denaro nella macchina dei consensi di oggi, se cerca di farlo semplicemente con le idee è fuori. Automaticamente. Inevitabilmente. O fai il galoppino o sei fuori. Poi ci sono quelli che il loro modo di ragionare e di esprimere creatività, che è l’unica cosa che ci distingue dagli animali, la danno in prestito oppure in delega a qualcun altro. Ieri sera ne ho avuto la dimostrazione palese.
Buon fine settimana a tutti.
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