Norcia mi stupisce ogni volta che ci vado. E’ una cittadina tranquilla in una posizione fantastica, un perfetto equilibrio fra due opposti ambienti, la Valnerina e i Monti Sibillini. Terra di San Benedetto, ogni angolo sembra richiamare al senso del cattolicesimo e contemporaneamente anche il luogo dove si fa strada l’arte nella lavorazione del maiale; non a caso la parola “norcineria” deriva proprio da qui. Un paese di storia e di equilibri che paiono perfetti, dove si scorge dietro ai sorrisi, una genuina freschezza della sua gente. Ovviamente è probabile che anche questa cittadina viva la crisi come molti altri posti in Italia, ma riesce a creare curiosità, genera una sorta di “appeal” verso il visitatore; è uno di quei posti che ti mette voglia di scriverci sopra, come sto facendo.
Già a fine dello scorso anno rimasi positivamente sorpreso per l’evento “Prosciutti dal Mondo” una rassegna, secondo me, ben ideata, che parte da una base di stimolo al confronto fra i migliori livelli di qualità “norcine” (…appunto) di tutta Europa. Una bella idea quella di accrescere le proprie identità eno-gastronomiche tramite una rassegna, uno scambio di esperienze finalizzato ad un’accrescimento comune. L’opposto, in sostanza, della cultura da supermarket, anche una mossa astuta per destagionalizzare. Ovviamente fra gli eventi merita di essere sottolineata la oramai famosissima Mostra Mercato del Tartufo Nero che si tiene solitamente nei due fine settimana a cavallo fra Febbraio e Marzo.
Comunque quello stimolo in più lo trovi anche e soprattutto nelle persone, come ad esempio Stefania e Rodolfo che hanno deciso di tornare dal rifugio “Perugia” di Forca Canapine per dedicarsi alla loro più piccola ma non minore senza dubbio in qualità avventura ristorativa.
E’ sempre più difficile trovare oggi in giro un’osteria. Un posto dove mangiare cose semplici ma cucinate con cura ed amore. Inoltre, chi viaggia per lavoro, ha sempre più difficoltà a coniugare l’esigenza di “nutrirsi adeguatamente” con il poter spendere una cifra “non dissanguante” per il portamonete. Nonostante Trip Advisor.
Per adesso l’osteria “Sienti’n può” ce la fa alla grande. Il locale è piccolo ma i piatti sono proprio quello che ci si aspetta per un pranzo veloce o una serata con amici senza tanti fronzoli. La pasta è quasi tutta fatta in casa. Buoni gli equilibri di sapori e soprattutto di qualità anche la materia prima utilizzata. Il pane è fatto in loco con farine e cereali della casa, che sono coltivati biologicamente e provengono dall’azienda agricola di famiglia, che si trova all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini oltre i mille metri. Le verdure che utilizzano sono di stagione. I piatti che escono dalla cucina, per quanto semplici, ti danno quella sensazione del richiamo ai profumi delle montagne da dove proviene l’esperienza culinaria di Rodolfo. Io credo proprio che meritino buoni giudizi perché si vede che mettono amore in quello che fanno.
Come scritto nell’epigrafe affrescata in fondo alla sala; “L’Osteria allieta la vita”. … a volte capita.
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[…] sono stato nel 2014 e ne ho parlato qui (link al pezzo) perché mi sono trovato particolarmente bene, per il livello di prodotti usati, rapporto qualità […]