Soave come il castello. Custodito da Mauro Nicolai che con passione guida anche i viandanti raccontando i momenti storici più particolari e le varie stanze della rocca scaligera.
La bella sensazione di essere accolto nella concreta semplicità con cui lui descrive momenti storici vissuti in quel castello; la stanza di Dante Alighieri nel suo periodo di soggiorno a Verona, la torre di guardia da dove venivano condannati e gettati banditi oppure gli oppositori, fino alla decisione di Cansignorio della Scala di ampliare la cinta muraria per permettere una fortificazione completa di tutto il paese, poiché le sole mura della rocca principale non bastavano, nei momenti di assalto, ad ospitare tutti gli abitanti che negli anni, intorno a quel mastio difensivo, avevano formato un villaggio abbastanza numeroso. Quel che rimane impresso di questo luogo, oltre al fatto di essere uno dei pochi paesi ancora completi di tutto il perimetro della cinta muraria, è il senso di familiarità e gentilezza spontanea, che ho potuto apprezzare un po’ in tutto il borgo.
La proprietà oggi è ancora della famiglia Camuzzoni, infatti nel 1892 il senatore del Regno Giulio Camuzzoni decise di rilevarlo per restaurarlo con il preciso intento di lasciare ai posteri una completa sensazione di immersione nel periodo medievale.
Soave come il paese (e quindi i suoi abitanti). E’ apprezzabile la cura messa nel coltivare bellezza; la noti sui balconi delle case del centro, la pulizia per le strade e quel senso di freschezza genuina tipica dell’atmosfera prealpina elevata dal plus della cinta muraria che ne segna i perimetri elevando tutto il paese in un unicum di calma e straordinari scorci fiabeschi. Per questo motivo passeggiare per il centro storico è un piacere che può durare da mezz’ora a tutta una giornata, parecchie sono le enoteche, tutte ovviamente fornitissime di ogni peculiarità locale, un intarsio di piccole botteghe caratteristiche e particolari e, anche diversi ristoranti, alcuni molto interessanti dove quella bellezza si tramuta in gusto.
Soave come il vino, (anzi i suoi vini e le sue cantine). Ottimi vini bianchi, la famosa doc che prende il nome appunto dal paese, ma anche ottimi rossi, perché questo territorio incrocia gran parte della vocazione vitivinicola della Valpolicella, quindi l’Amarone che qui viene prodotto risulta, in molti casi, di gran livello. Sono stato a Soave qualche settimana fa, in un giro che ha fatto tappa anche al Vinitaly; in qualche cantina del paese ho potuto vedere bandiere affisse con l’iniziativa “Vinitaly and the city”, scoprendo una pregevole iniziativa portata avanti insieme ai paesi di Valeggio e Bardolino che hanno creato momenti atti a veicolare il pubblico che in quei giorni ha fatto visita in massa a questa colossale manifestazione. Una bella idea per attuare il
concetto di “Terroir”. Fra l’altro ho scoperto che a breve si terrà proprio la festa medievale del Vino Bianco di Soave (informazioni link pagina fb Proloco)
Soave mi ha dato la bella impressione di essere un luogo dove le sue mura riescono ancora a preservare la propria identità ma le sue porte la condividono col mondo.
Informazioni: Ufficio turismo e Proloco
2 Responses
Come il vino in primis
Esatto buongustaia