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Gli speculatori possono essere innocui se sono delle bolle sopra un flusso regolare di intraprese economiche; ma la situazione è seria se le imprese diventano una bolla sospesa sopra un vortice di speculazioni. Quando l’accumulazione di capitale di un paese diventa il sottoprodotto delle attività di un Casinò, è probabile che le cose vadano male. Se alla Borsa si guarda come a una istituzione la cui funzione sociale appropriata è orientare i nuovi investimenti verso i canali più profittevoli in termini di rendimenti futuri, il successo conquistato da Wall Street non può proprio essere vantato tra gli straordinari trionfi di un capitalismo del laissez faire. Il che non dovrebbe meravigliare, se ho ragione quando sostengo che i migliori cervelli di Wall Street sono in verità orientati a tutt’altri obiettivi. 

(J.M. Keynes, Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, 1936)

Una morte annunciata? Non sono un economista, semplicemente nutro curiosità verso le cose che accadono. Cose che accadono perché intellettuali del secolo scorso hanno predetto cosa accade se gli speculatori superano l’economia reale.

Succede che, in due parole, il vortice porta via tutto.

Per capirlo non serve essere grandi pensatori o chissà quanto intelligenti. Basta saper osservare. Guardate lo specchietto che ho inserito sopra sui dati delle sofferenze bancarie. Poi, magari perdete altro tempo per capire a chi tolgono i soldi e, tirate le somme. Il risultato sarà tanto eclatante quanto, disperatamente scontato. La classe media sparisce, i poveri sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi ma anche sempre più stupidi, oppure sempre più in malafede.

Provo a spiegare il perché.

Se è vero questo specchietto dove le sofferenze bancarie sono relative, per il 70 % a chi si fa prestare oltre 500 mila euro, è ovvio che i tassi d’interesse e le “coperture necessarie” dovrebbero essere molto maggiori se dovessero riguardare alti investimenti. La domanda che mi pongo è quindi la seguente; se il sistema bancario italiano si trova ad avere sofferenze elevate su cifre importanti, chi decide queste grandi operazioni, li fa mai due conti sulla bontà dell’investimento che mette in atto?

Se ci giriamo intorno e ci limitiamo ad osservare il territorio in cui viviamo, credo, che ognuno di noi non farà sforzi a trovare investimenti milionari fatti a dir poco con i piedi (perché dire “alla cazzo di cane” sta brutto se parli di economia), e se vai a cercare informazioni, escono sempre fuori, banchieri, famiglie blasonate e loro camerieri, cioè i politichetti del momento.

Quindi da una parte esiste il vortice della speculazione descritta da Kaynes, e questo vale per Wall Street o per i potentati globali, dall’altra, nel nostro Paese abbiamo una classe dirigente di idioti che ha giocato all’allegro imprenditorone fino adesso con i soldi delle piccole imprese italiane, per lo più artigiani o agricoltori, colpevoli solamente di essersi prostrati troppo

(perché dire “aver leccato il culo” non sta bene in un testo del genere per gli stessi motivi di cui sopra) al ragioniere scribacchino di turno che per 100 mila euro chiedeva obbligazioni o addirittura azioni (e si è visto con Banca Etruria e Banca Marche la fine che hanno fatto i piccoli azionisti); oppure se devi accendere un mutuo di 50 mila euro, comunque hai mille carte da presentare e perizie da mostrare sull’appartamento che acquisti; infine se sei un autotrasportatore o un piccolo artigiano, non ti concedono il fido ma sullo scoperto di poche centinaia di euro ti bombardano di chiamate per farti rientrare e togliendo dalle 3 alle 5 euro al giorno direttamente dal conto che nemmeno gli strozzini, quelli veri fanno così.

Poi però, sul lungo mare, vedi lo scheletro di villette che non si completeranno mai, oppure centri commerciali che spuntano come funghi con negozi semi chiusi dentro, e altre cattedrali nel deserto che nemmeno la fantasia drammatica di un bombardamento potrebbe rendere più spettrali.

Poi fallita anche la banca arrivano i decreti legge delle “new bank” (che tradotto in italiano vuol dire “salva culo”) e si ricomincia di nuovo a far girare la giostra, finché non si calmano le acque, sembra di essersi salvati, invece i segnali sono quelli della calma apparente prima dell’arrivo del vortice che, incontenibile, nel frattempo si è allargato fino a qui e porta via tutto! e poi… il buio! …come una partita di poker “il buio” dell’economia!

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Perché questo blog

Questo blog è nato per la passione di assaporare, vivere e mettere a frutto esperienze, di cose, di luoghi ma soprattutto di persone, che ho potuto incontrare, percorsi che ho battuto, da solo o insieme ad altra gente.

Sono appassionato di arte, ogni tanto dipingo, “invento” oggetti, qualche cimelio provo a restaurarlo.

La mia passione grande che provo a condividere in questo blog, è quella del racconto anche attraverso le immagini.

Ho una grande passione per la cucina di territorio e per i prodotti identitari e rispetto chi, senza ipocrisie li tutela, perché sono una grande forma d’arte.

Sono in grado di stilare progetti e strategie di comunicazione integrata, conosco i meccanismi del Marketing Territoriale, perché è lo strumento con cui riuscire a condividere al meglio l’unicità che hanno determinati paesi, luoghi e paesaggi, che spesso visito per meravigliarmi della loro essenza semplice e straordinaria.

Ho redatto progetti importanti che hanno raggiunto gli obiettivi prefissati.

Ho la ferma convinzione che le “identità particolari” siano qualcosa di prezioso da tutelare e proteggere finché saremo in tempo a farlo.

La tecnologia ci da la possibilità di essere tutti più connessi, ma troppo spesso oramai, ci fa dimenticare la sostanza delle piccole cose, dove si cela, viceversa, la bellezza e la forza meravigliosa del racconto.

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