Dino Casoni, un Cuoco di quelli rari.
La chiave di volta della sua personalità è quella del sorriso, da quando lo conosco, non l’ho mai visto una volta abbattuto o affranto. Merita di essere riconosciuto per il gran Cuoco che è! Penso a ragion veduta che si possa definire un Cuoco con la “C” maiuscola, uno dei pochi rimasti ad essere ancora “di mestiere”.
Sono andato a trovarlo quasi all’improvviso, l’altro giorno al ristorante aperto da poco “Villa Ninetta” sopra Caldarola (MC); erano le 11 di mattina, sono arrivato quasi fino alla cucina da solo perché la sala aveva la porta chiusa, ma non a chiave, il che è tipico di quando si aspettano i camerieri. Dino lo trovo lì, in cucina ovviamente, con le pentole sul fuoco già da qualche ora, a far “tirare” il fondo bruno per gli arrosti, oppure il brodo vegetale quasi pronto per altri piatti o, ancora, qualche altro sugo del menù.
Il fondo bruno, il brodo vegetale, diciamoci la verità, non sono rimasti in molti gli “chef” che in cucina fanno tutto questo, ancora oggi nel periodo del “dado 2.0” dove il tempo è una variabile di business oramai in troppi ristoranti ed il rispetto dei “metodi lenti” è sempre più sacrificato alla logica bislacca dell’ottimizzazione dei costi.
Dino è così, concreto, creativo e dedito alla semplicità rituale della tradizione; abbina la competenza culinaria dello chef, alla tenacia professionale del cuoco.
Osservando e conoscendo la sua storia recente, travagliata per cause di forza maggiore e di magnitudo 7, non si avrebbe difficoltà a definirlo un mix di coraggio, sapienza, ottimismo e resilienza.
Qualche settimana fa sono stato a cena dove ha deciso di trasferirsi con la sua brigata, proprio lì, a Villa Ninetta
sopra Caldarola. Ho avuto modo di scoprire un posto incantevole fra le colline dell’altro maceratese che sarà, mi auguro, il posto che consacrerà il suo talento, anche se è stato, a tutti gli effetti, un trasferimento forzato per continuare la sua professione poiché prima stava presso i locali di famiglia del ristorante hotel Carnevali a Muccia, uno fra i primi ed ormai storici “Motel Agip” voluti da Enrico Mattei in persona verso gli inizi degli anni ’60, ora inagibile causa sisma, ha ancora il fascino vintage del ricordo di quegli anni, quando si compiva il “miracolo italiano”, le persone erano più umane e in giro, c’era aria di fiducia verso il futuro.
Dino di quel periodo conserva ancora alcune “vettovaglie” di solida eleganza, l’ingrediente non commestibile che aggiunge un piccolo tassello di qualità al suo “saper fare”, oltre alla bellezza certamente più attuale dell’odierna location, immersa in un contesto di raffinata natura nostrana. I suoi piatti ricordano sapori genuini e allo stesso tempo, creativi e delicati, con i giusti richiami alla tradizione maceratese. Interessante la galantina fatta in casa messa nel bouquet di antipasti, dal sapore strepitosamente delicato. Ipnotico il risotto alla rapa rossa, che, richiama il suo estro creativo, un primo piatto, il risotto, non molto in voga da queste parti, il suo esprime delicatezza e rotondità al palato.
“Scusa mamma mi si è rovesciato il vaso” è la conclusione dolce di un viaggio in questa zona e nell’esperienza di vita e di cucina di Casoni, è la risposta “vissuta” non tanto dell’oramai famosa crostata di Bottura, quanto del dolce omonimo di uno dei più eloquenti ambasciatori della cucina marchigiana a Londra Andrea Angeletti, Executive Chef stellato al ristorante “Evoluzione” dell’Hotel Xenia (e questa in corsivo è un’errata corrige che inserisco con felicità, perché si tratta di un eccellente cuoco marchigiano ricco di passione creativa e che spero di conoscere personalmente n.d.a.), questo piatto rappresenta la sintesi della storia recente che ha affrontato Dino, che la terra l’ha vista muoversi per davvero e di vasi veri caduti a terra, ne ha dovuti raccogliere e rimettere apposto veramente tanti. Ma la stessa sensazione di “rovesciamento” viene esorcizzata, chiude un viaggio col sorriso dolce della frutta sopra ai due tipi di crema insieme allo sbriciolato di biscotto al cacao a simulare il terriccio. In questo senso, l’idea diviene un richiamo di suggestioni, dove sorridi anche tu insieme ai tuoi sensi. Altro che tiramisù.
Dino a Villa Ninetta, l’avamPAsto del sorriso!
Info: villaninetta.com
9 Responses
Creatività e tradizione, sembra fantastico!
Merita sul serio, sia per come cucina sia per la location
Sai che c’è? Quando si incontrano delle persone così c’è solo da inchinarsi per quanta tenacia, costanza e pazienza hanno. Se poi c’è il sorriso che condisce tutto come posso io non essere d’accordo nel lodare un uomo così? 😉
Brava gli farà piacere leggere questa tua considerazione, grazie
Sono onorata del fatto che leggerà quanto ho scritto. Puoi portargli un saluto speciale da parte mia? Lo merita davvero.
Certo lo farò sicuramente.
Buongiorno Sig. Costarelli
per quanto possa apprezzare la professionalità dello chef Casoni e il Suo articolo mi trovo costretto a dover puntualizzare quanto scritto.
Mi riferisco al dessert “scusa mamma ho rovesciato il vaso ” la quale paternità mi appartiene in toto. Piatto creato da me nella cucina dell’Hotel Xenia di Londra nell’anno 2014/2015 nella quale vesto il ruolo di executive chef. Nulla a che vedere con il dessert da lei citato da Bottura ma semplicemente frutto della mia fantasia. Ora che altri chef come in questo caso lo chef Casoni si appropriano di creazioni altrui mi sembra poco professionale e decisamente fastidioso mentre si potrebbe raggirare il tutto menzionato il vero creatore.( da un idea dello chef…..)
A conferma di quanto affermo oltre ai vari menu esposti qui in hotel vi è una pubblicazione risalente alla edizione del mese di ottobre 2016 sulla rivista “Zafferano magazine” dove io stesso ho scritto articolo riguardante il piatto. ( con tanto di foto)In più se non bastasse ci sono moltissime foto fatte dai nostri clienti in giro per i vari social.
Non voglio creare ulteriori polemiche e sono fiducioso che troverete le giuste parole per ovviare a questa svista.
Chiedo scusa se sono sembrato con questo mio scritto troppo polemico e puntiglioso, e tutto sommato sono orgoglioso che altri copiano le mie idee
In fede
Andrea Angeletti
*Ho provveduto a modificare il testo e la didascalia della foto, ho verificato che questo dolce è frutto della Sua creatività. Spero che questa inesattezza ora corretta, possa essere presa come spunto per una collaborazione proficua fra talenti e ponte di nuove esperienze gastronomiche fra Londra ed i Sibillini.
[…] condottiero d’armi, come forse non è un caso che sia… Continua a leggere e contatta Con sorriso e competenza, grande “Chef” Dino Casoni MarcoCostarelli 20 Settembre 2017 Dino Casoni, un Cuoco di quelli rari. La chiave di volta […]